23 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:02
×

I palazzi agghindati per Agata “scrigno” di party e mondanità: i fiori, la musica, il cibo e gli ospiti

Lampadari che brillano, argenteria luccicante, tappeti persiani fanno da cornice all’attesa per il passaggio della processione

Francesca Aglieri Rinella

06 Febbraio 2025, 07:30

Le case uno

I palazzi storici della città, ma anche quelli più popolari, vestiti a festa per la Patrona: drappi di velluto rossi con l’iniziale “A” di Agata agghindano i balconi (postazioni privilegiate) che si affacciano lungo il percorso del fercolo, nel giro esterno e interno della processione del 4 e del 5 febbraio. Uno “scrigno” di edifici, case e appartamenti con vista panoramica che racchiudono cene, ricevimenti, party pronti ad accogliere gli invitati.

Lampadari che brillano, argenteria luccicante, tappeti persiani, immagini che rappresentano la Patrona in bella mostra o allestimenti più modesti fanno da cornice all’attesa per il passaggio della santa. E man mano che ospiti (dai politici ai cittadini comuni) e commensali (dai catanesi ai devoti con il sacco bianco) arrivano, è tutto un susseguirsi di piatti tipici della tradizione culinaria, dolcetti e drink consumati tra una chiacchiera e l’altra. Sulle tavole imbandite c’è di tutto: crispelle con acciuga o ricotta, torte salate, scacciate, insalata di finocchio e arance, cous cous, frittate, caponata e parmigiana. Ci sono i salumi e i formaggi e la ricotta fresca. C’è anche chi azzarda replicando in casa lo street food tipico con tanto di mini burger di carne di cavallo e panino conditi con dell’ottimo salmoriglio. E poi ci sono i dolci, come vuole la tradizione. Invitanti, colorati, belli da vedere e buoni da mangiare: torrone, olivette - quest’anno la novità è l’edizione multicolor ai gusti di arancia, limone, cioccolato bianco - cassatine (le minnuzze di Sant’Agata), cannoli, torroncini, caramelle e liquirizia. Oltre a mandorle, frutta secca e digestivi.

Via Plebiscito

Letizia è una collega giornalista. Da qualche anno - in un appuntamento che è quasi diventato un rituale - apre per porte di casa sua, in via Botte dell’Acqua, la stradina che dal liceo classico Nicola Spedalieri “sbuca” su via Plebiscito. I piccoli balconi del palazzo sono la location ideale e suggestiva per “abbracciare” la santa e ammirare i fuochi davanti alla storica rimessa di Amts. «Gli inviti non servono più - dice Letizia a La Sicilia - amici e colleghi ormai lo sanno e ogni anno ci ritroviamo qui a condividere non solo la devozione per la Patrona, ma anche piacevoli momenti di svago. Con la mia amica e inquilina Tiziana che abita nel monolocale difronte al mio appartamento abbiamo anche la distribuzione dei compiti: da me si allestiscono food e beverage, da lei i dolcetti…». I palazzi vestiti a festa dicevamo. Sono un brulicare gioioso di gente coccolata da un profumo inebriante di fiori che rigorosamente rispettano la scelta del colore in base ai giorni della festa: rosa nel giorno del giro esterno (il 4 febbraio), bianchi nel giorno di quello interno (il 5 febbraio). E poi ci sono le televisioni accese sintonizzate sui canali che trasmettono in diretta la festa per rimanere sempre informati sui tempi del passaggio della santa. E c’è la musica: classica, italiana e pop alternata agli immancabili inni agatini e ai canti gregoriani che fanno da sottofondo alla serata. L’attesa è tutta per “lei”. E infatti è solo al passaggio della santa che gli invitati iniziano ad andare via. L’attesa è finita, la il party anche. Con la promessa rigorosamente rinnovata al prossimo anno. Stesso posto, stessa ora.