«I rifiuti mischiati» e poi respinti: ecco come è partita l'inchiesta Calliope
A Lentini la Sicula Trasporti era guidata dagli amministratori giudiziari che non chiusero un occhio, ma anzi segnalarono le irregolarità alla Dusty
Hanno fatto i conti senza l'oste. Perché alla Sicula Trasporti, nel 2022, c'era già l'amministrazione giudiziaria che non avrebbe più chiuso un occhio davanti a conferimenti non completamente a norma.
L'inchiesta Calliope, che martedì ha scoperchiato un collaudato sistema parallelo per il conferimento illecito di rifiuti industriali, parte dal respingimento parziale di un carico di spazzatura proveniente dal lotto Centro. Quel diniego fece alzare le antenne alla Dusty che in quel periodo gestiva la raccolta dei rifiuti. E partì un'indagine interna con il coinvolgimento di un'agenzia di investigazioni private e l'installazione di gps nei mezzi privati. Così i vertici dell'azienda hanno scoperto che alcuni dipendenti infedeli movimentavano spazzatura in luoghi, nella ditta Imprimet di Michela Valeria Fisicaro (tra i 18 indagati) alla zona industriale e in un terreno di via Calliope, di proprietà di Salvatore Luvarà (destinatario dell'obbligo di dimora), e per conto di imprese che non avevano alcun rapporto commerciale e contrattuale con Dusty.
L'indagine interna Dusty
Il 28 gennaio 2022 gli amministratori di Dusty si sono presentati dal Noe dei carabinieri, Nucleo operativo ecologico, e hanno depositato una denuncia dettagliatissima. I militari hanno trovato diversi riscontri e il pm Giuseppe Sturiale, con il coordinamento dell'aggiunto Ignazio Fonzo, ha affidato l'inchiesta al Gico della Guardia di Finanza per una serie di approfondimenti.
Le indagini hanno portato a sette misure emesse dal gip, anche se la procura aveva chiesto arresti in carcere e ai domiciliari.
Il sistema parallelo
Il sistema parallelo era gestito in particolare dal dipendente della Dusty Andrea Pirrello. Luvarà metteva a disposizione il terreno vicino al cimitero – chiamato il garage – dove avvenivano le movimentazioni dei rifiuti attraverso un ragno meccanico.
In una prima parte dell'indagine è spuntato anche il nome di Lorenzo Messina che già nell'estate del 2022 è stato sospeso dal servizio.
Dalle verifiche dei finanzieri sono emerse anche parentele e contatti di alcuni degli indagati con elementi, anche di spicco, del clan Cappello.
Ma come funzionava il sistema? Di Grande era solito rivolgersi a Pirrello e Luvarà per poter risparmiare nello smaltimento dei rifiuti industriali che produceva dall'azienda che è stata già oggetto di sequestro preventivo da parte della finanza siracusana. In via Calliope venivano portate le casse dei rifiuti con l'aiuto degli autisti infedeli Aldo Basso, Lorenzo Costanzo, Pasquale Licandro e Salvatore Santonocito. L'immondizia veniva poi mischiata con la spazzatura raccolta e trasferita negli autocompatattori che poi era conferita in discarica come Rsu. E quindi a carico del Comune (che poi carica nella Tari).
Di Grande non era l'unico cliente della ditta parallela. C'era anche la Fey di Chan Tiguang di Motta Sant'Anastasia: Pirrello andava direttamente a prendere le manichette in sede e poi le maneggiava in via Calliope.
Le intercettazioni
Nelle carte c’è un'intercettazione che sintetizza come funzionava il «traffico organizzato di rifiuti»: «Lui mi aveva detto per una cassa, sì… siccome io però.. ho un po' di problemi alla discarica… io la voglio venire a vedere e poi tu la scendi… ho bisogno di due giorni di tempo perché la devo mischiare con la spazzatura». Il 6 giugno di due anni fa i militari del Gico hanno sequestrato alcune casse: una conferma- per la gip – di quanto ricostruito nelle indagini.
I netturbini infedeli nel frattempo sono passati alla Gema che proprio nel 2022 ha vinto l'appalto per il lotto Centro. Il legale rappresentante, Alfonso Zito a La Sicilia ha detto: «Lunedì (20 maggio) sarò a Catania insieme all'organo di vigilanza, secondo il D. Lgs n. 231. Siamo i primi a voler capire come agire, senza danneggiare l'azienda, né il servizio».
Avete già preso qualche provvedimento rispetto ai cinque dipendenti, i cui nomi sono ormai noti? «Li convocheremo lunedì – risponde – vogliamo mettere tutte le carte in tavola per agire, come nostra abitudine, in piena trasparenza».