L'archivio di Claudio Majorana, un pezzo di storia della Sicilia
Si presenta oggi all'Università il volume che raccoglie i documenti, le carte, le lettere del politico catanese
«Era mio padre. Mi ha lasciato le carte di famiglia nel suo testamento e occuparmene è stata per me una vocazione. Nei suoi documenti, nelle migliaia di pagine sempre amate e rispettate, c’è una parte rilevante della politica siciliana e italiana di quegli anni, dal 1947 agli inizi degli anni ’80. Dal quartiere San Berillo al piano regolatore di Aci Castello. Anni bellissimi, e talvolta tristi, che ci aiutano a comprendere meglio i cambiamenti avvenuti nella società».
Le carte sono quelle del poderoso archivio di Claudio Majorana, ingegnere, deputato regionale per tre legislature, politico di lungo corso, componente di una famiglia che ha dato al Paese numerose figure di rilievo (il grande fisico Ettore, ministri, rettori, cattedratici). Il figlio Marcello Majorana – noto e stimatissimo senologo e radiologo diagnostico - ha già in passato contribuito risolutivamente alla donazione di questo archivio alla Biblioteca regionale universitaria, ben 80mila documenti. Si aggiunge ora la pubblicazione delle carte personali, a cura di Gaetano Calabrese, docente di Archivistica dell’Università di Catania, con una sezione fotografica, e la prefazione di Enrico Iachello, in un volume (Algra Editore) che si presenta oggi alle 16.30, nell'aula magna del Palazzo Centrale dell'Università.
Dopo i saluti del rettore uscente, Francesco Priolo, e di quello appena eletto, Enrico Foti, e del sindaco di Catania, Enrico Trantino, apriranno i lavori Nello Musumeci (ministro della Protezione Civile), Giovanni Burtone (sindaco di Militello Val di Catania), Andrea Pruiti (Cda Fondazione Luigi Einaudi). Oltre alla presentazione del saggio, sarà inaugurata, alle 17.30 sempre a Palazzo dell’Università, nell’aula multifunzionale del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane e l’Archivio Storico, la mostra dedicata al percorso formativo e all’impegno politico-sociale e sul territorio di Claudio Majorana e della famiglia. Coordina Germana Barone, delegata del Rettore al Sistema museale d’ateneo e direttrice del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane dell'Università di Catania. Interverranno Gaetano Calabrese (curatore dell’Archivio), Concetta Damiani (Ricercatrice di Archivistica, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) e Marcello Majorana De Luca.
«Mi sono occupato con passione delle carte che mio padre mi ha lasciato - spiega il prof. Majorana - Mi interessavano le storie, i ricordi, gli incontri, le scelte politiche che maturavano negli anni del Dopoguerra e del boom con l’aiuto della professoressa Germana Barone abbiamo cercato di evidenziare il valore di alcuni documenti, di fare una riflessione più ampia. Mio padre era un ingegnere, funzionario delle Ferrovie e ha sempre fatto politica, l’ha sempre seguita. Nel ’47 venne eletto deputato regionale». Tutto parte, spiega, «dalla prima foto della copertina del libro in cui si affacciano dalla ringhiera di una casa di Militello Salvatore Majorana, ministro dell’Agricoltura, industria commercio, con la moglie e i sette figli, cinque maschi e due femmine. Tra questi, mio nonno Dante, giurista che si occupava di diritto marittimo e amministrativo e poi rettore».
Da quelle foto in bianco e nero - ricordi di famiglia, ritratti con dediche illustri, antenati in uniforme e con la spada al fianco - si dipana un racconto fitto di nomi, personaggi, incontri, passaggi sociali e politici cruciali. Un patrimonio documentario ricco di storia. Già in copertina (grafica di Eleonora Majorana e scelta delle fotografie di Claudio Majorana, nipoti dell’uomo politico) sono con Claudio Majorana il presidente Segni e Andreotti, Bernardo Mattarella, padre del presidente della Repubblica, Ferdinando Stagno D’Alcontres, politico, banchiere, presidente dell’Ars, il cardinale Ruffini, Mimì La Cavera l’imprenditore che convinse Valletta ad aprire la Fiat in Sicilia e che sposò l’attrice Eleonora Rossi Drago. «Il mio obiettivo? Sostenere che la politica deve essere arte del governare con intenti liberali – sociali, quelli che hanno guidato mio padre, cercando di ostacolare le violenze verbali di certo potere, che, come si legge anche in queste carte, sono numerose».
Claudio Majorana è stato anche sindaco di Aci Castello. «Nel ‘51 – racconta il figlio Marcello – quando si discute del piano regolatore, scrive che il paese è già troppo urbanizzato e che bisogna individuare altre aree di edificazione per non distruggerne il centro». Proprio durante la stagione andreottiana, «lascia la Dc e torna dai liberali, è alla guida dell’Istica per il risanamento di San Berillo, diventa poi presidente dell’Irfis».
Non mancano i ricordi personali. «Era bello stargli vicino, ci insegnava tante cose, ma con una carezza non come un magister che ti impone qualcosa. Nonostante la sua attività era sempre presente. Una sua frase celebre era: “Ricordati che il cervello non va in vacanza”. Ho rivisto le sue foto, non c’è n’è una in cui non sorrida, non si lamentava mai. Una lezione per tutti».
Durante l’inaugurazione, la famiglia di Marcello Majorana De Luca annuncerà la volontà di donare le opere originali di Ettore Majorana al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, affinché siano conservate e rese accessibili al pubblico.