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Le sorelline sono state “riunite” dalla Corte d’Appello: «Stiano con il padre»

L’ordinanza: non vi è alcuna seria ragione di dividere le ragazze, anzi nell’imminenza della crisi dei genitori hanno diritto a mantenere una loro stabile convivenza

Di Laura Distefano |

Un piccolo sorriso si scorge sul volto. «Le mie figlie sono state riunite». La frase mormorata con una voce quasi impercettibile è quella di un padre catanese. Gli occhi sono due fessure. Prova delle notti insonni che hanno accompagnato questi mesi in attesa dell’ordinanza della Corte d’Appello.

E alla fine, seppur parzialmente, il suo reclamo contro la sentenza presidenziale del Tribunale civile che aveva deciso di separare le due sorelle, di 8 e 16 anni, è stata accolta. Il professionista è di poche parole: ora vuole solo guardare avanti e prendersi cura delle sue ragazze. La storia, raccontata il 30 marzo sulle colonne de La Sicilia, è quella di un matrimonio andato a pezzi. Le due ragazze erano state affidate ai servizi sociali territoriali con un collocamento scisso. La piccola nella casa genitoriale – assegnata alla madre – e la più grande con il papà che avrebbe dovuto lasciare l’appartamento.

Una decisione mai accettata dal genitore («perché devono essere discriminate?») che ha intrapreso una battaglia legale per poter mantenere integro quel rapporto speciale che esiste tra le due sorelle. Un legame evidenziato in più punti nelle tredici pagine del decreto della Corte d’Appello che non ha condiviso le conclusioni del giudice di primo grado. Precisamente ha ritenuto i motivi del reclamante «parzialmente fondati». La Corte d’Appello, in premessa, è stata pienamente in accordo sulla scelta di affidare le minori ai servizi sociali. E intatti questo aspetto è stato totalmente confermato nel supremo (esclusivo e superiore) interesse morale e materiale delle figlie della coppia.

Di senso contrario sono state però le altre valutazioni: collocare le minori separatamente, e quindi dividendo la sorellanza, ha prodotto un grave nocumento. La Corte d’Appello ha analizzato la Ctu, la consulenza chiesta dalla magistratura, in cui è stata rilevata la carenza dal punto di vista genitoriale dei due ex coniugi ma nello stesso tempo è emerso che c’è un rapporto di maggiore serenità delle minori con il padre. Da questi elementi ha quindi previsto il collocamento delle ragazze con il padre a cui è stata assegnata la casa coniugale. Il collegio ritiene che le sorelle debbano mantenere il loro habitat naturale, ma resterà invariato il monitoraggio dei rapporti tra genitori e figli nel corso del giudizio di separazione pendente. Per la Corte d’Appello non vi è alcuna seria ragione di dividere la sorellanza, anzi nell’imminenza della crisi dei genitori hanno diritto a mantenere una loro stabile convivenza.

Il legame tra le due sorelle è parso sin da subito l’unico porto sicuro in questa rottura così burrascosa.Le due figlie sono testimoni e vittime di una causa di separazione che è ancora in corso. Ed è in quel processo che saranno definiti i termini del divorzio. Ma la situazione è precipitata ed è stato necessario adottare dei provvedimenti urgenti. E così si è arrivati all’ordinanza presidenziale poi impugnata. Il punto di non ritorno risale al 2021. In un primissimo momento sembrava che i toni si mantenessero freddi ma civili. Poi la conflittualità è esplosa diventando incontenibile. I quattro vivono al momento sotto lo stesso tetto ma ognuno in uno spazio ben circoscritto. La casa è stata divisa a compartimenti stagni. La Corte d’Appello ha rimarcato ai servizi sociali di operare affinché il rapporto tra la madre e le figlie resti integro. E in particolare ha auspicato un ravvicinamento con la maggiore. Il faro è e deve essere sempre il bene dei minori.

Il caso delle sorelline separate era stato anche oggetto di una nota dell’Associazione Paterfamilias di Catania, che da anni cerca di sensibilizzare opinione pubblica sui diritti dei padri separati nelle cause legali. L’ente «accoglie in maniera molto positiva il provvedimento della Corte d’Appello di Catania che ripristina l’unione familiare delle due sorelline col il padre. Il Presidente dell’Associazione, l’avvocato Francesco Navarria, afferma: «esprimiamo solidarietà e vicinanza al padre e siamo felici per le due bambine».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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