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L’Etna si placa ma è polemica sulla sicurezza «Serve rigore sulle regole»

Il dopo show. Scontro tra i versanti Nord e Sud sulla gestione dei turisti in fuga ad alta quota

Francesca Aglieri Rinella

04 Giugno 2025, 08:40

L’Etna si placa ma è polemica sulla sicurezza «Serve rigore sulle regole»

La quiete dopo la tempesta. Perché sull’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, quello stato di calma apparente - con la fase eruttiva che si è placata - nasconde l’irrequietezza di sempre. Dopo la potente e affascinante esplosione di lunedì, lo spettacolo e la paura con i turisti in fuga, restano uno sky line lievemente modificato (dopo il crollo della parete del cratere di Sud Est) e le polemiche sulla questione sicurezza in quota.

«La fase eruttiva si può ritenere conclusa, ma i parametri di controllo dell’Etna sono in risalita» ha spiegato il direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio Etneo di Catania, Stefano Branca. I valori a cui fa riferimento sono quelli del tremore vulcanico che segnalano l’energia di risalita del magma nei condotti interni che erano molto alti in piena attività eruttiva e che dopo un repentino calo su dati normali sono in risalita, attestandosi su valori discontinui, ma medio-alti. Per Branca lunedì «ha funzionato tutto perfettamente: sia il monitoraggio che il sistema di allerta».

Ma sulla presenza di turisti sull’Etna che con i loro telefonini hanno ripreso e postato sui social l’eruzione e il momento della propagazione nella nube eruttiva si accende la polemica. In alcuni video si vedono gli escursionisti fuggire per la paura.

Per Francesco Russo Morosoli, ad della Funivia dell’Etna di Nicolosi, quelle immagini sono «un gravissimo danno per il turismo siciliano». Morosoli chiede l’istituzione di «un tavolo tecnico per discutere e migliorare il sistema coinvolgendo tutti gli operatori e per sanzioni durissime per noi operatori: chi sbaglia deve pagare». «C’è - sostiene - chi le regole le segue, come la Funivia dell’Etna e Etna Sud. Invece, Etna Nord risulta terra di nessuno dove vige l’assoluta anarchia. E purtroppo le immagini di lunedì lo hanno dimostrato». Accuse contestate dalle guide vulcanologiche Etna Nord: «I nostri gruppi - hanno scritto su Facebook - si trovavano a distanza di sicurezza, sotto la guida di personale esperto: alcune immagini possono impressionare, ma spesso la prospettiva inganna». «Ci dispiace che sia passata un’immagine sbagliata - hanno aggiunto - e capiamo anche la reazione di chi si è spaventato. In effetti alcune persone hanno corso, spinte dalla paura, ma la direzione dei flussi piroclastici era opposta e il fenomeno si è sviluppato in un’area ben delimitata all’interno della Valle del Bove». Le guide di Etna Nord invitano a «non denigrare una categoria intera per un singolo episodio, né trattare con disprezzo chi lavora su questo vulcano da anni con serietà», chiedendo «rispetto» per il loro lavoro.

Ma a rincarare la dose è stato il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo: «La recente eruzione dell’Etna, che lunedì ha fatto scattare il sistema di preavviso Etnas con un’allerta di “altissima probabilità di accadimento”, ha sollevato serie preoccupazioni per la sicurezza di turisti e residenti». Per il primo cittadino: «Abbiamo corso un grave pericolo e mi dispiace che se ne parli poco. Il sistema di preavviso Etnas funziona benissimo, ma a cosa serve se poi non si prendono provvedimenti? A svegliarti di notte o di primo mattino? Perché è stato consentito portare turisti in quota? È stata solo fortuna, ma non si può contare sempre sul caso». Secondo Caputo: «Serve una forte presa di coscienza sui rischi e bisogna interdire il perimetro individuato dalla Protezione Civile, quando necessario» senza «pensare solo al denaro». «Le autorità competenti - conclude Caputo - devono adottare misure più incisive per garantire la sicurezza della popolazione e dei visitatori, anteponendo la tutela della vita umana a qualsiasi altra considerazione. Porterò io stesso la situazione all’attenzione del nuovo prefetto di Catania». A ribadire il concetto è anche il sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno. «La sicurezza viene prima di tutto, anche della fruizione turistica. Quanto accaduto, con decine di escursionisti nella parte sommitale nonostante l’allerta, non può e non deve ripetersi. Solo per fortuna non si sono verificati incidenti, ma l’indecoroso fuggi fuggi rimane un campanello d’allarme. Se esiste un livello di allerta diramato dagli esperti - ha sottolineato il primo cittadino - è doveroso che a questo seguano azioni concrete: occorre interdire le aree del vulcano a rischio e far sì che il divieto venga rispettato». Perché, ragiona il sindaco, in caso contrario «l’allerta si trasforma in una “sirena muta”, svuotata di efficacia e credibilità. L’Etna è una meraviglia che dobbiamo tutelare e valorizzare, ma non a scapito dell'incolumità di chi lo visita. Il sistema Etnas, voluto dal direttore generale del dipartimento di Protezione civile della Regione, Salvatore Cocina, c'è già e funziona bene. Serve più rigore e coordinamento nelle decisioni operative».

Al netto delle polemiche, sull’Etna, la natura si mostra in tutta la sua potenza e bellezza. Un vulcano che affascina con la sua forza primordiale, capace di ispirare meraviglia e rispetto ad ogni passo. E non è un caso che l’eruzione di lunedì sia stata ripresa dai satelliti europei: immortalata dal Sentinel-2 del programma di osservazione della Terra Copernicus, di Agenzia Spaziale Europea e Commissione Europea. L’immagine ottica mostra chiaramente la colata lavica e l’enorme colonna di fumo e cenere che si è alzata in aria. La stessa scena è stata ripresa anche dal satellite per il monitoraggio dell’atmosfera Sentinel-5P: con l’immagine che mette in evidenza le emissioni di anidride solforosa dal vulcano.