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Madrine, manager e supplenti: i ruoli delle “donne di mafia”

Diventano manager dello spaccio, ma anche teste di legno. Gestiscono i soldi e i patrimoni molte volte

Di Laura Distefano |

Le donne si sono emancipate anche nella criminalità organizzata. È sempre un incarico di supplenza rispetto al marito, padre e fratello. Ma comunque hanno acquisito forza e potere all’interno delle organizzazioni criminali. Non dimentichiamo poi che la prima donna al 41bis proveniva dalla provincia di Catania. Maria Filippa Messina, consorte del boss di Calatabiano, Nino Cintorino, ha passato tre anni in regime di carcere duro, dal 1996 al 1999. Una madrina sanguinaria, prima di essere arrestata stava progettando una strage tra i clan rivali.Ma torniamo al presente. Che fornisce molti input per poter documentare il ruolo che hanno assunto in questi ultimi anni. Le donne diventano manager dello spaccio, ma anche teste di legno. Gestiscono i soldi e i patrimoni molte volte. Diventano in caso di necessità anche esattrici, come è stato per Rita Spartà (nella foto), moglie del boss Salvatore Gurrieri, nella riscossione dopo il fermo del Covid nei confronti di un commerciante, che versava da decenni la tangente ai Santapaola di San Giovanni Galermo. Spartà è finita in manette nel blitz Juke Box ed è stata condannata in primo grado.La presenza delle donne è utile anche a prestare il fianco ad azione violente. Servono a far capire che c’è lo zampino anche di chi è dietro le sbarre. Una fotografia nitida di quest’analisi è cristallizzata in quello che è successo alcuni mesi fa nell’autonoleggio di via Negrelli. Un pestaggio e una sparatoria come regolamento di conti che ha visto    la presenza nei luoghi delle compagne di alcuni pezzi da novanta del gruppo San Cocimo di Cosa nostra. Chi ha sparato è Salvatore Musumeci, detto Salvuccio ‘a mina (nomignolo che eredita dal padre Santo), è figlio di Concetta Zuccaro, che è sorella del più noto boss ergastolano Maurizio. Quindi, l’arrestato è nipote del capomafia. Ma le parentele “di peso” non sono terminate. Infatti, la sorella di Musumeci è Sebastiana, finita ai domiciliari proprio per la sparatoria, che è la moglie di Lorenzo Saitta ‘u scheletro’. E nella scena del crimine c’era anche Concetta Jessica Rita Saitta, che è la partner di Tony Trentuno, il giovane boss arrestato da latitante nell’ambito del blitz Quadrilatero e a capo di un gruppetto di giovani leve della criminalità organizzata.Invece fa parte della vecchia mafia Rosa Morace, moglie del capomafia Santo Mazzei, che si è costituita in un carcere del centro Italia dopo aver saputo del rigetto della Cassazione che ha reso definitiva la condanna per associazione mafiosa del processo Ippocampo. La matrona ha quindi lasciato via Belfiore (‘u traforo), storica roccaforte dei “carcagnusi”.Qualche mese fa la squadra mobile arrestò anche Maria Crocifissa Ravasco assieme al marito Michele Vinciguerra per un traffico di droga tra Catania e Calabria, con l’ombra del clan Cappello. Ma questa estate Vinciguerra ha deciso di diventare collaboratore di giustizia portando nel programma di protezione l’intera famiglia. A questo punto la moglie potrebbe offrire agli investigatori un punto di osservazione nuovo degli assetti organizzativi del crimine mafioso. E sul ruolo della donna nella mafia. Prima come moglie di un boss e ora di un pentito.

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