Morbillo a Catania, «Vaccinazione all’85%. Tra i soggetti a rischio le donne in gravidanza»

Di Giuseppe Bonaccorsi / 31 Marzo 2018

Catania – «Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi..! Da maggio 2017 in provincia di Catania abbiamo registrato intorno a 420 casi di Morbillo. Ma questi sono solo i numeri dei malati passati dagli ospedali. Per avere un quadro generale dell’epidemia dobbiamo moltiplicare questo dato per sei. Stimiamo che i casi dall’inizio dell’epidemia non siano meno di 3.000…». Lo dice il responsabile del Servizio di Epidemiologia dell’Asp Catania, dott. Mario Cuccia che alla luce della terza vittima registrata in pochi mesi a Catania a causa della malattia dice che l’unica sicurezza è la prevenzione.

Dottore, la situazione a Catania è così preoccupante?

«Al momento assistiamo a una epidemia che ha caratteristiche tipiche di quelle realtà dove la copertura vaccinale è notevolmente cresciuta, ma non in misura tale da determinare un controllo della malattia. Attualmente la nostra regione è quella che ha l’incidenza della malattia più elevata e in questo contesto probabilmente il focolaio di Catania è il più importante di tutto il Paese».

Nella nostra provincia a che percentuale di vaccinazione siamo?

«Nei bambini piccoli viaggiamo intorno all’85%. Dovremmo raggiungere almeno il 95% per controllare la patologia. Quindi dobbiamo insistere con la vaccinazione. Tra l’altro questa vicenda si innesca con l’applicazione della recente legge sull’obbligo vaccinazione».

Siete in contatto col ministero della Pubblica istruzione per fornire i dati dei bimbi vaccinati e quindi idonei alla iscrizione?

«Certamente. Noi forniamo i dati all’ufficio scolastico provinciale».

L’ultima vittima ha suscitato forte allarme…

«E’ chiaro. Tra l’altro in queste ore sto anche preparando il rapporto sull’ultimo decesso al Garibaldi da inviare al ministero e ai Nas».

Catania in pochi mesi ha avuto tre decessi…

«Infatti. Due nel 2018 e uno a fine 2017. In quest’ultimo caso si trattava di un quarantenne morto per complicazioni da Aids, ma la causa terminale è stata proprio il morbillo».

Sembra di capire che le persone che soffrono di patologie debilitanti sono più a rischio?

«Certamente. Nel caso del malato di Aids buona parte del suo sistema immunitario era stato già demolito dal virus».

Può confermare i 200 casi di morbillo a partire da gennaio?

«Li confermo. Ma da maggio il dato in nostro possesso parla di oltre 420 episodi. E questi numeri vanno moltiplicati per sei perché a noi sfuggono tutti i pazienti curati a casa dai medici di famiglia».

In passato ci sono state altre epidemie di morbillo?

«Sì, nel 1996. Ci furono molti più casi in ambito infantile in un periodo molto ristretto. Oggi, invece, abbiamo una epidemia che riguarda un numero di casi inferiore in un periodo di tempo più dilatato ma anche su pazienti più grandi di età».

Dottore chi deve preoccuparsi maggiormente?

«I soggetti fragili, quelli che hanno altre patologie. Anche tra i bambini. Talvolta i genitori pensano che i bimbi più fragili sono quelli che non devono fare le vaccinazioni. Invece sono quelli che traggono più benefici proprio dalla vaccinazione. Ricordo poco tempo fa il caso di una bimba fragile di 7 anni che contrasse il morbillo perché non vaccinata. Venne salvata per miracolo dalla Rianimazione. La malattia aveva aggredito i suoi polmoni al punto tale che a un tratto soltanto mezzo polmone le funzionava ancora. I genitori nel volerli maggiormente proteggere li espongono a rischi gravissimi. Un’altra categoria che rischia grosso per il morbillo sono le donne in gravidanza. Da quando è scoppiata l’epidemia abbiamo avuto casi di aborti».

Quindi il numero di decessi è ben maggiore?

«In questa epidemia abbiamo già registrato10 donne in gravidanza ricoverate per morbillo. E già abbiamo avuto un bimbo nato morto all’ottavo mese e diversi aborti causati dal morbillo. Per questo alle donne in gravidanza non vaccinate consigliamo una serie di accorgimenti che partono dall’evitare di andare in luoghi dove ci sono tanti bambini. La vaccinazione durante la gravidanza non si può fare».

Davanti a questi dati l’imperativo categorico è vaccinatevi…

«Certo, bisogna vaccinarsi. Ma ma a vaccinarsi non devono essere solo i bimbi, ma anche i giovani adulti».

Chi ha già avuto il morbillo rischia qualcosa?

«No chi in età pediatrica ha avuto il morbillo rimarrà immune per tutta la vita».

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