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L'inchiesta

Nelle intercettazioni di Genova spunta la “strage dei picciriddi” di Catania

Nel 1976 sparirono quattro ragazzini di San Cristoforo. Ora quel cold case è citato nelle carte che hanno inguaiato il governatore Toti.

Di Laura Distefano |

«Tutto è successo quando hanno arrestato a Pino… che avevano coinvolto per l’omicidio di quei quattro ragazzini… eh!… di Santapaola… a Mazzarrino… perché… siccome è successo a Mazzarino… per la legge… Pino doveva saperlo per forza… perché il mandamento… che ci indicavano a lui… era di Riesi, Mazzarino e… inc… arrestano a Pino… quello non sapeva… ma vero… non sapeva… ». I cugini riesini, Venanzio Maurici e Franco e Luigi Mamone, discutono di un fatto di sangue avvenuto quasi mezzo secolo fa in cui fu coinvolto il “compare” Pino Cammarata. La conversazione è nei faldoni dell’inchiesta di Genova che ha inguaiato il governatore ligure Giovanni Toti.

La chiamarono “la strage dei picciriddi”. Il 7 luglio 1976: quattro adolescenti (Giovanni La Greca, Lorenzo Pace, Riccardo Cristaldi e Benedetto Zuccaro) furono ammazzati per ordine dello spietato Nitto Santapaola solo perché avevano avuto l’ardire di scippare la madre del mafioso nelle strade di San Cristoforo. Quei ragazzini scomparirono nel nulla. Di quella orrenda vendetta ne parlò ai magistrati Nino Calderone, fratello del capo della mafia catanese Giuseppe (ammazzato in un agguato), diversi anni dopo. «Un pandemonio… per fortuna Pino si è chiarito bene che lui non c’entrava niente… ed esce di galera». Forse queste conversazioni dovrebbero finire sul tavolo della procura etnea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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