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La lettera

«Consultori fatiscenti e sporchi senza attrezzature né personale. Razza disponga delle ispezioni»

L'intervento accorato della ginecologa che fu aggredita cinque anni fa mentre prestava servizio nella sede di guardia medica di Trecastagni

Di Serafina Strano |

Sono trascorsi quasi 5 anni dal fatto di cronaca  di cui fui vittima e cioè l'aggressione, lo stupro e il sequestro che subì mentre prestavo servizio nella sede di guardia medica di Trecastagni. Da allora ho condotto diverse battaglie affinché migliorassero le condizioni di profonda insicurezza e disorganizzazione in cui versa il sistema delle guardie mediche. Personalmente, in questi ultimi anni ho vissuto la precarietà di una frustrante condizione lavorativa da “ricollocata” nell’Asp 3 CT, una specie di “limbo” perché a tutt’oggi non esistono normative di tutela per medici vittime come me di questa tipologia di “infortuni”.  Finalmente, dopo anni di frustrazioni e incertezze, dal 2021, dopo aver partecipato a regolare concorso aziendale, la mia posizione lavorativa si è definita: sono dirigente medico specialista in Ostetricia e Ginecologia con  contratto a tempo indeterminato presso l’Asp 3 CT. Ero felice, euforica, ingenuamente convinta, non solo di aver superato la precarietà lavorativa, mi ero illusa di potermi lasciare definitivamente alle spalle tutto il brutto che avevo vissuto. Essere ginecologa in un consultorio familiare pubblico del Ssn pensavo che per me sarebbe stato un riscatto come donna e, soprattutto, come professionista, avere la grande opportunità di poter lavorare, come la legge n. 405/75 sancisce, in équipe con altre figure professionali (psicologo, ostetrica, assistente sanitario, assistente sociale ecc), di ritrovarmi in ambienti accoglienti, puliti e ben attrezzati, sostanzialmente di essere nella possibilità di poter svolgere degnamente, serenamente e in sicurezza il lavoro per cui ero stata assunta. Non è stato così. Mi sono ritrovata in ambienti fatiscenti e sporchi, squallidamente privi anche delle più basilari attrezzature per svolgere  attività ambulatoriale specialistica di base, né computer, monitor e telecamere per poter organizzare lezioni e attività divulgative  da remoto considerate le restrizioni dovute alla pandemia.   Sono passata dal “tugurio” della guardia medica a quello del consultorio. Vorrei portare tutto questo a conoscenza dell’assessore Razza e lo invito a chiedere spiegazioni ai dirigenti dell’Asp  3 CT, a disporre delle ispezioni, a verificare la critica e cronica mancanza di personale (ostetriche e psicologi/e in particolare). Assessore, la prego di verificare personalmente  quanti sono i consultori attivi in una grande area metropolitana come la città di Catania! I consultori, strutture della medicina territoriale che dovrebbero essere il primo avamposto per la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie oncologiche femminili, dell’endometriosi, della prevenzione di malattie sessualmente trasmesse, della tutela della maternità responsabile, luogo di accoglienza per i giovani e di educazione alla sessualità e all’affettività, il primo luogo di prevenzione per i fenomeni di violenza su donne e minori, di ascolto in casi di disagio sociale e psicologico, ambulatori di 1° livello per i controlli in gravidanza e puerperio, ma così drammaticamente non è! Provo tanta amarezza e rabbia nel cogliere la profonda dicotomia tra “il dire e il fare”. Caro assessore, solo pochi giorni fa ho partecipato alla 2ª Conferenza regionale di promozione dell’allattamento in Sicilia, l’ho ascoltata con attenzione durante il suo  intervento da uomo politico, marito e papà. Ahimé di tutte le meravigliose iniziative di cui si è parlato in quel convegno, come è facilmente verificabile, nell’ambito territoriale dell’Asp 3 nulla o quasi è stato realizzato e nulla verrà realizzato in futuro se non si cambia registro. Altro paradosso: proprio in questi giorni è iniziata, presso la nostra Asp, la campagna per lo screening oncologico con ambulatori mobili (camper). Solo se gli ambulatori “in muratura” fossero a norma e organizzati, non sarebbe stato necessario tutto questo sforzo economico ed organizzativo. *dirigente medico ginecologa Asp 3  

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