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L'INTERVISTA

«Così l’arte può salvare Catania dal declino: Bellini un brand da valorizzare»

Il commissario straordinario del Teatro Massimo Daniela Lo Cascio: «La cultura al centro del rilancio, ma servono rispetto e vigilanza»

Di Maria Elena Quaiotti |

Sarà davvero l'Arte a rilanciare la città, o almeno il centro storico, nonostante gli ormai arcinoti problemi di “mala movida” e vandalismi su strutture storiche e vincolate, anche e soprattutto in piazza Bellini e dintorni? Ad esserne convinta è Daniela Lo Cascio, designata nel 2019 dalla Regione siciliana commissario straordinario del Teatro Massimo Bellini, uno dei due enti lirici dell'isola (l'altro è il “Vittorio Emanuele” di Messina dove, sempre da commissario, ha risanato il bilancio in perdita).

«Desideriamo un teatro più presente in città e per la città – precisa – aperto a chiunque vorrà fare cultura e spettacolo, stiamo mettendo in cantiere visite guidate in uno dei maggiori monumenti della città, che resterà così sempre aperto alla città e ai turisti. A patto che il bene venga rispettato da tutti: i patrimoni non vanno violati, serve maggiore educazione e un cambio di mentalità. Oltre a maggiore controllo e repressione».

Nessuna polemica su artisti “russii” o ucraini, «l'arte unisce, non divide, e non ha nazionalità – sottolinea Lo Cascio – l'importante è non essere “pro-guerra”, quella in corso è fratricida mentre noi siamo per la pace. Speriamo ci possa essere una “illuminazione”, perché in una guerra ci perdono tutti».

«Bellini – prosegue – continua ad essere il nostro ambasciatore nel mondo. Ormai tutti a livello internazionale ne parlano, anche a seguito dell'ultimo riconoscimento ottenuto in ordine di tempo”, ovvero l'Icma (International Classic Music Award), in sostanza l'“Oscar” della musica classica, aggiudicato all'incisione de “Il Pirata”. «Registrato – precisa Lo Cascio – in piena pandemia Covid, grazie a un'orchestra e un coro competenti, collaudati e che non si sono mai fermati né risparmiati, il tesoro più prezioso che ha il teatro. Il cast “stellare” e la sapiente direzione di Fabrizio Maria Carminati, che “firmerà” anche la prossima stagione teatrale, hanno completato l'opera. Dateci fiducia e il teatro Bellini, vi sorprenderà, si parla di sicuro successo con grandi nomi della lirica e, con la guida del Soprintendente Giovanni Cultrera da Montesano: la prossima sarà una stagione scoppiettante». E finora nessun abbonamento è stato disdettato, con spettacoli pregressi rimandati causa Covid, ma in via di recupero.

«Bellini è un “brand” da sfruttare e valorizzare – prosegue – come fanno tutte le città che hanno dato i natali a personaggi, deve diventare un marchio che caratterizza questa città, e noi per primi forse non siamo riusciti a dare il giusto riconoscimento a questo genio». Almeno, non ancora. A giugno è prevista in città, ed è una scelta precisa, la presentazione ufficiale della rassegna dedicata al “cigno catanese” – sulla quale pesa la querelle con Regione siciliana, anche giudiziaria, sul nome (che non si chiamerà né “Bellini(n)fest” né “Festival Belliniano”, tantomeno “Bellini Festival”), «un mero problema di denominazione – taglia corto – ma non si può certo pensare che il Teatro Massimo Bellini non sia presente a questa grande rassegna, che prevede anche trasferte fuori provincia in un mix di grande appeal con i siti storici e culturali dell'isola».

Il teatro Massimo Bellini sta faticosamente venendo fuori dal pantano di «criticità pregresse, che lo spettatore non vede – precisa – ma che sostituiremo con una gestione sana e attenta. Ai fondi già stanziati dalla Regione per la ristrutturazione, e ringraziamo la presidenza e l'assessore Manlio Messina, insieme alla Soprintendenza stiamo partecipando a bandi per l'efficientamento energetico, ma anche la videosorveglianza – annuncia Lo Cascio – per restituire alla città un teatro a norma e fruibile anche in spazi ad oggi non accessibili. Stabilizzazione dei precari storici a parte, che resta una grande risultato, c’è l'emorragia dei vuoti in organico sia fra gli artisti che nel settore amministrativo, frutto del blocco delle assunzioni e dei pensionamenti, come in tutti gli enti pubbliciÌ. 

«Un ente lirico ha un’organizzazione molto complessa e, non da oggi, è la carenza sul fronte dei funzionari ad aver spesso determinato criticità – spiega ancora Daniela Lo Cascio: al momento abbiamo funzionari che lavorano “extra time” e provengono da altri enti, personale straordinario, che non posso che ringraziare, non si risparmia e, ad esempio, ci ha consentito di arrivare alle stabilizzazioni. Come non ringraziare anche il Grand’Ufficiale Albino Lucifora, dirigente pubblico in pensione che sta mettendo la sua esperienza a disposizione del teatro a titolo gratuito, aiutando a sostenere la governance burocratica e amministrativa.  Compatibilmente con il bilancio nei prossimi anni dovremo assumere tanto personale immettendo linfa nuova, giovani preparati e ambiziosi. Di cultura si vive – conclude – anzi, insieme a turismo e agricoltura è e resta uno dei pilastri su cui si fonda l'economia siciliana”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA