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«Non mi affittano casa perchè ho un figlio autistico», la denuncia della mamma coraggio catanese

Rosamaria “Rose” Caputi, ex attrice di teatro, ora collabora con l'Università: a giugno dovrà lasciare l'appartamento attuale e ha difficoltà a trovarne un altro

Di Giovanni Finocchiaro |

La riservatezza o la denuncia? «Non amo raccontare i fatti di casa, me la sbrigo da sola come ho sempre scelto. Ma di fronte a una discriminazione così umiliante non riesco a stare zitta».

Parla con un tono pacato, al telefono, Rosamaria “Rose” Caputi, catanese, ex attrice di teatro, trasferitasi da anni a Roma per inseguire il suo sogno professionale. Rimasta vedova, mamma di tre figli, a fine giugno dovrà lasciare casa. Ne cerca un'altra sempre nella Capitale. Non gliel'affittano perché uno dei tre ragazzi è affetto da sindrome autistica.

«Ho un reddito certificato derivante dalla reversibilità della pensione di mio marito e dagli aiuti statali stanziati per mio figlio. Ho ripreso a lavorare part time con l'Università. Il sogno di continuare a recitare sul palco l'ho accantonato per seguire i ragazzi. Ma quando un affittuario deve scegliere tra me e un'altra famiglia, vengo sistematicamente scartata. Ho cercato dappertutto, ho tergiversato, sperato. Ora basta. Quando l'ultimo mediatore – con una notevole dose di sincerità – mi ha detto a chiare lettere quello che avevo, comunque, intuito, ho acceso il pc e raccontato la mia storia sui social».

Rosamaria usa termini forti, non si nasconde. «Vedova con due figli e mezzo». Così viene definita da proprietari e condomini. Tornare a Catania dove ha tanti amici, i compagni di classe storici del liceo Amari di Giarre e tanti colleghi attori del teatro?

«La mia vita è qui, a Roma. I miei figli hanno coltivato le amicizie dell'infanzia e non li voglio sradicare, non voglio turbare un equilibrio raggiunto con intelligenza e con la fatica che gli adolescenti mettono in campo negli anni di conflitti interiori ed esperienze costruttive. Ci siamo passati tutti no? Forse in Sicilia sarebbe più facile organizzarsi. Ma adesso che ho trovato affetto e fiducia all'Università, adesso che i ragazzi crescono in un contesto sereno, il mio trasferimento potrebbe disorientare i ragazzi».

La storia di Rose nelle prossime ore farà il giro dei media: da Rainews a "Oggi", dai talk televisivi ai quotidiani: «Sono una persona riservata, non avrei voluto creare un sensazionalismo che, poi, si presta a interpretazioni di vario genere. Ma la mia storia è mortificante. A Roma un affitto sfiora i 900 euro. Porto in dote garanzie economiche stabili, ma nel mio caso i padroni dei trivani che ho visitato hanno solo guardato la situazione famigliare scegliendo altri "candidati". Temono chissà quale quale comportamento, non sanno quale sia il livello di autismo di mio figlio. Francesco ama il rapporto con gli altri, compie i suoi progressi. Come fai a negare a una famiglia un trivani? Non cerco una villa, non cerco aiuti economici. Non cerco compassione di facciata, difendo la mia famiglia e racconto la mia storia che è simile a tante altre».

Rosamaria in queste ore è stata piacevolmente inondata dalle telefonate dei suoi amici d'infanzia e dei ragazzi della 3b dell'Amari con i quali qualche anno fa ha fatto conoscere il mare d'inverno di Marina di Cottone ai suoi ragazzi. Un pomeriggio intenso, con "Bamb" (il ragazzo viene chiamato affettuosamente così da tutti) felice e coccolato anche dagli altri due fratelli.

 "Rose" prima o poi tornerà in riva al mare, in Sicilia, dopo aver superato i giorni di rabbia e di denuncia. Sì meglio denunciare che stare zitti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA