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Caro bollette, faticano anche uffici, ospedali e università: l’allarme di Confindustria Catania

I contratti sottoscritti secondo prezzi non più attuali hanno visto in soli 4 mesi aumenti molto marcati: +50% gasolio riscaldamento, +220% energia elettrica, +224% gas metano

Di Redazione |

«Gli extra costi sostenuti dalle imprese erogatrici di servizi energetici alla pubblica amministrazione non sono più sopportabili. I contratti sottoscritti secondo prezzi non più attuali, a causa degli abnormi aumenti del costo dei vettori energetici (+50% gasolio riscaldamento, +220% energia elettrica, +224% gas metano, in soli 4 mesi), stanno mettendo in ginocchio le imprese che provvedono al rifornimento di gas per il riscaldamento nelle scuole, nelle università, negli ospedali, negli uffici pubblici di tutta la provincia etnea».

Lo ha rilevato Confindustria Catania che ha raccolto «l'allarme delle imprese del settore, fortemente scoraggiate dalla situazione emergenziale che stanno vivendo».

«E il quadro non potrà che peggiorare – si sottolinea da Confindustria Catania – a causa dell’aggravarsi della crisi tra Russia e Ucraina che avrà ulteriori e pesanti refluenze sull'aumento dei prezzi dei prodotti energetici. Intanto, le aziende che erogano servizi essenziali per la comunità si trovano di fronte all’obbligo di onorare celermente le commesse della pubblica amministrazione, senza alcuna garanzia di ottenere una congrua remunerazione per il servizio reso e anticipando di tasca propria i costi in eccesso. Di fronte a questo scenario, occorre applicare con urgenza la revisione dei prezzi. Una revisione ampiamente sostenuta e giustificata da eventi oggettivamente imprevedibili, i cui effetti – osserva l'associazione di industriali – non possono ricadere sulle spalle delle imprese, con conseguenze sulla regolare prosecuzione dei servizi e sui livelli occupazionali».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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