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Ecco il Pums di Catania: 10 anni per far diventare realtà l’ambizioso Piano urbano della mobilità sostenibile

Dovrebbe ridurre il traffico l’inquinamento e migliorare la sicurezza delle strade e il trasporto pubblico: tre le opera spicca la seconda tangenziale

Di Maria Elena Quaiotti  |

Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums): potrà mai diventare realtà nel tempo previsto, ovvero dieci anni, in una città come Catania, che registra dati estremi di congestione del traffico, una situazione imbarazzante relativa allo stato e manutenzione delle strade e un piano parcheggi da sempre atteso, con una metropolitana sì in via di ampliamento ma ancora troppo poco utilizzata, autobus che – fatto salvo per i Brt1 e 5, va detto – non godono certo della reputazione di efficienza e puntualità, un servizio di bike e car sharing in “progress” e di noleggio monopattini utilizzati senza regole e troppo spesso abbandonati nei posti più improbabili?

Le premesse sembrerebbero (il condizionale è d'obbligo) esserci, considerato che, concluso il processo partecipativo, il Pums è stato adottato dalla Città metropolitana, con decreto del commissario straordinario Federico Portoghese, lo scorso 28 dicembre. Dal 9 gennaio sul sito internet dell'ente e del Pums è disponibile tutta la documentazione relativa che include il “rapporto finale”, composto da 367 pagine, e un'area “download” riservata a soggetti istituzionali (i rappresentanti tecnici dei 58 Comuni della Città metropolitana), gli “stakeholders” o portatori di interesse (gruppi, aziende come Rfi, Anas, Fce, Trenitalia, Sac, Autorità di sistema portuale, ma anche organizzazioni e individui operanti nel territorio), esperti di mobilità con comprovate esperienze specialistiche nel campo della mobilità e dei trasporti, e i testimoni privilegiati, appartenenti ai Beni culturali paesaggistici e ambientali, Università, pianificazione territoriale urbanistica ed economica ed enti territoriali a supporto dello sviluppo socio economico. 

In sostanza, si tratta di tutti coloro che sono già stati coinvolti nel processo partecipativo preliminare alla stesura e pubblicazione del piano e che, fino al prossimo 8 febbraio, avranno tempo di presentare le proprie osservazioni relative al Pums via pec (all'indirizzo protocollo@pec.cittametropolitana.it). 

Ma spieghiamo cos'è il Pums: è il piano, per tutta la provincia, che in dieci anni dovrebbe catapultarci nella cosiddetta “mobilità sostenibile” con l'obiettivo di ridurre la congestione del traffico, le emissioni inquinanti dei mezzi pubblici e privati, migliorare sia la sicurezza di strade e trasporto pubblico che la qualità di vita dei cittadini. 

Nelle 367 pagine di cui è composto il documento del Pums vengono considerati tutti i progetti previsti dalle amministrazioni comunali, società ed enti per strade, ferrovie, metropolitana e reti ciclabili, cercando di offrire un piano organico. 

Si parla di progetti finanziati con il Pnrr (non ultimo quello per il prolungamento della metropolitana), ma anche di quelli inseriti nei piani triennali dei Comuni e di competenza regionale e nazionale. 

Vengono proposti tre “scenari”, tre ipotesi, non in contrasto tra di loro, ma complementari e progressivi, che però richiedono diversi livelli di impegno finanziario.

 

Basterà? Di certo, in termini di “analisi costi-benefici”, andrebbe escluso a prescindere lo “scenario zero”, ovvero non fare nulla e lasciare tutto com'è. Forniti i principi generali, manca ora la strategia territoriale che solo la politica, quella con la P maiuscola, dovrebbe dare perché finora siamo solo ad atti amministrativi, pur dovuti.

Nel Pums si tiene conto degli interventi previsti sulle infrastrutture stradali, e spiccano su tutte la terza corsia della tangenziale e la seconda tangenzialesui parcheggi ed aree di interscambio modale (anche se non si cita il parcheggio di San Nullo, mentre rientra il sospirato parcheggio multipiano Repubblica), ma anche sulla rete ferroviaria Rfi, sulla rete metropolitana e ferroviaria extraurbana Fce, sul trasporto pubblico su gomma, sul sistema portuale e aeroportuale, infine gli interventi su piste ciclabili e aree pedonali in ottica di “riqualificazione urbana e transizione green”, oltre che itinerari naturalistici.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA