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La Corte dei Conti cancella l'”interdizione” per l’ex sindaco Enzo Bianco

Il provvedimento per dieci anni (con un risarcimento) era stato adottato nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto finanziario. Ma poi la precisazione: «Non è definitiva»

Di Redazione |

Decade definitivamente per l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco l’interdizione dai pubblici uffici per 10 anni ai quali era stato condannato in primo grado, insieme ad un risarcimento, nell’ambito delle indagini erariali sul dissesto finanziario del comune etneo.

La Corte dei Conti a sezioni riunite ha infatti accolto le osservazioni dei legali di Bianco riguardo l’interdizione. Lo ha reso noto lo stesso Bianco. «Siamo soddisfatti. Le Sezione riunite della Corte dei Conti – afferma Bianco – hanno oggi emesso a Roma la sentenza con cui hanno accolto la nostra eccezione. La Procura della Corte dei Conti, infatti, si era opposta all’assoluzione operata dalla Sezione giurisdizionale della stessa Corte nell’aprile del 2021, che aveva eliminato l’interdizione di 10 anni ai componenti della Giunta Bianco in merito al dissesto finanziario del Comune di Catania. Le Sezioni riunite, invece, hanno stabilito un principio importante: la Corte dei Conti non può comminare la sanzione interdittiva ma solo accertare eventuali presupposti di fatto della responsabilità. Quindi la sentenza di primo grado che ha escluso l’interdizione chiesta dal pubblico ministero è corretta».   «Anche la sentenza odierna, dunque – conclude Bianco – va nella direzione che abbiamo registrato sin dall’inizio di questa vicenda giudiziaria: in ogni grado di giudizio è stato via via eroso l’impianto accusatorio della Procura. E anche nei prossimi appuntamenti avremo modo di confermare la piena legittimità dei nostri comportamenti». «Continueremo a lavorare affinché nei prossimi gradi di giudizio l’eliminazione dell’interdizione sia definitiva. Ancora non è tale (come invece riportato da alcuni organi di stampa). C'è comunque stato un ulteriore passo importante: la sentenza di ieri si pone come parentesi su questioni tecnico-processuali e non entra nel merito delle accuse». ha però precisato l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, torna con una nota sulla sentenza della Corte dei conti, a sezioni riunite, da lui resa nota ieri, sull'interdizione dai pubblici uffici per dieci anni ai quali era stato condannato in primo grado, insieme ad un risarcimento, nell’ambito delle indagini erariali sul dissesto finanziario del comune etneo. I giudici, intervenendo su richiesta della Procura generale, hanno ribadito che, nel caso trattato, è possibile decidere anche sull'interdizione dai pubblici uffici. «Non ci fermiamo – aggiunge Bianco – il processo di appello continua e in esso ci batteremo con determinazione per dimostrare l’insussistenza dei presupposti per l’applicazione della sanzione interdittiva e, soprattutto, confermare la piena correttezza dei nostri comportamenti».  La sezioni riunite della Corte dei conti si sono espresse sulla richiesta del Procuratore generale se «con il rito sanzionatorio previsto dagli artt. 133 e seguenti» possa valutarsi «solo l’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste» o possa anche «accertarsi la prevista connessa natura interdittiva». Sanzione interdittiva di dieci anni che, nel caso in questione, era stata decisa dal giudice monocratico e poi esclusa, in parziale modifica della sentenza di primo grado, dalla sezione territoriale in composizione collegiale. Le Sezioni riunite della Corte dei conti hanno ritenuto di "aderire all’opzione prospettata nell’atto di deferimento» della Procura generale ritenuta «sostenuta dalla giurisprudenza maggiormente possibilista, in quanto più coerente logicamente col quadro ordinamentale processuale e, soprattutto, più ossequiosa dei principi di concentrazione delle tutele, giusto e ragionevole processo». E hanno enunciato il principio secondo cui «con il rito sanzionatorio può valutarsi l’applicazione delle sanzioni pecuniarie» e anche i «presupposti di fatto che determinano le connesse misure interdittive».   

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