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La sentenza

Mafia, la scure delle condanne per il clan dei Tuppi di Misterbianco

Centoquarantacinque anni di carcere complessivi inflitti agli imputati del processo scaturito dall'inchiesta Gisella

Di Redazione |

Finisce forse per sempre il clan Nicotra, i cosidetti “Tuppi” di Misterbianco, gruppo criminale legato alla cosca dei Mazzei di cosa nostra, colpito oggi dalle pesantissime condanne del Tribunale di Catania al termine del processo scaturito dall’operazione Gisella.

La sentenza è stata letta nel pomeriggio nell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania dal presidente della Quarta sezione penale del Tribunale di Catania Paolo Corda.

Le condanne hanno riguardato Gaetano Nicotra (del ‘51) a 20 anni, Antonio Tony Nicotra a 22 anni, Antonino Rivilli a 26 anni, Gaetano Nicotra (classe ’79) a 14 anni, Carmelo Guglielmino a 14 anni, Lucia Palmeri a 12 anni, Gaetano Indelicato a 6 anni e 6 mesi, Francesco Spampinato a 3 anni 6 mesi, Emanuele Parisi a 2 anni, Giuseppe Piro a 3 anni, Saverio Monteleone a 2 anni, Vincenzo Di Pasquale a 2 anni, Luca Destro a 2 anni, Alfio La Spina a 3 anni, il carabiniere Gianfranco Carpino a 7 anni (per corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio), Antonio Zuccarello, 6 anni. Il tribunale ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Avellino perché deceduto. Il tribunale ha assolto Carlo Marchese, così come chiesto dal pm.

 

La pena più pesante, 26 anni, a Nino Rivilli, ritenuto tra i maggiori esponenti della cosca che prende il nome dal patriarca Mario Nicotra ‘u tuppu’ ucciso nel 1989 nella sanguinosa guerra di mafia contro il clan di Giuseppe Pulvirenti “u Malpassotu”. Una guerra di mafia talmente sanguinosa che costrinse negli anni '90 i Tuppi a emigrare in Toscana. Poi una decina di anni fa il ritorno dei Tuppi a Misterbianco, dopo l’accordo siglato in carcere tra Gaetano 'Tano' Nicotra, condannato a 20 anni, con Santo Mazzei. Riconosciuto il risarcimento del danno al comune di Misterbianco e all’associazione Alfredo Agosta, costituite parti civili nel processo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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