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Un anno per una visita reumatologica, le liste d’attesa “monstre” di Catania

La sanità etnea alle prese con i tempi lunghi per ottenere una visita nelle strutture pubbliche. Altrimenti non resta che rivolgersi ai privati

Di Maria Elena Quaiotti |

O conosci “qualcuno”. O paghi. O aspetti. È la inaccettabile e fastidiosa “regola” della sanità pubblica siciliana. E catanese. Che potrebbe avere punte di eccellenza indiscutibile, considerate le strutture e i professionisti che ci lavorano, ma ai quali vengono tarpate le ali “grazie” ad un sistema non ancora a regime, che non premia il vero merito e sconta anni di mancato coordinamento e organizzazione, a volte anche la mancanza di strumentazione disponibile. In pratica tutto ciò che dovrebbe essere a favore del paziente. E che in alcuni casi sta rischiando seriamente di vedere “migrare” altrove, i migliori professionisti, nel settore privato ad esempio, o nel resto d’Italia, per non dire all’estero.

Per i cittadini si traduce nella mai risolta questione delle, a volte interminabili, liste di attesa per una prestazione sanitaria, a partire dalle visite ambulatoriali. Una “giungla” che inizia ovviamente dalla fase della prenotazione della stessa visita. I nostri lettori ne sono la “prova provata”, con le loro testimonianze a “Lo dico a La Sicilia” in merito alla difficoltà a contattare i centralini sia di Asp che delle aziende ospedaliere. 

Va chiarito: il paziente che riceve una prescrizione dal proprio medico di base per una visita specifica ha diverse opportunità, o chiamare il Cup (centrale unica prenotazione) dell’Asp al numero verde 800-954414 che proporrà le soluzioni trovate in base alle disponibilità delle loro strutture in tutta la provincia etnea, o provare con le singole aziende ospedaliere – Garibaldi, Cannizzaro, Policlinico-San Marco – che di recente hanno anche aggiornato i loro centralini, per renderli più efficienti. 

A tal proposito «è prevista una riunione tra Asp e i vertici delle tre aziende ospedaliere – dice Franco Luca, direttore Dipartimento attività territoriali dell’Asp – per sondare, tra le altre cose, l’ipotesi di creare un numero unico di prenotazione di visite ed esami specialistici, in modo da non creare sovrapposizioni e offrire il miglior servizio possibile. Il Cup e Sovracup dell’Asp, inoltre, (che non dovrebbe cambiare numero, ndr) gestito dalla nuova ditta dovrebbe partire tra marzo e aprile». E dovrebbe garantire maggiore efficienza rispetto a quella offerta oggi.

In un mondo perfetto dovrebbe essere così. Come rispettare le tempistiche per le prenotazioni, ovvero se si tratta di prima visita o visita di controllo, e ovviamente i “codici” assegnati alle impegnative, la “U” sta per urgente, da erogare entro 72 ore, “B” significa breve, entro 10 giorni dalla prenotazione, “D” vuol dire differibile, entro 30 giorni, e “P”, programmabile, entro 120 giorni.

Nella realtà, invece, spulciando sul “Portale della trasparenza dei Servizi per la Salute” del Ministero, dove sono pubblicate le tempistiche di attesa aggiornate delle strutture, scopriamo che a Catania, ad esempio, è solo il “Policlinico-San Marco” ad aver aggiornato le tempistiche a gennaio 2023, l’“Arnas Garibaldi” è fermo a dicembre 2021, il “Cannizzaro” a marzo 2020. Anche l’Asp stessa è ferma con gli aggiornamenti ad aprile 2022. 

Prendendo come attendibili, perché più aggiornate, le tempistiche fornite dal “Policlinico-San Marco” notiamo che se per una visita specialistica cardiologica i giorni di attesa media sono 16 per il codice breve (B), 56 per differita (D) e 49 per programmabile (P), si arriva a 208 giorni (B) per una visita ortopedica, e 186 (sempre B) per una visita pneumologica, fino a 358 per una visita reumatologica. In pratica dai sei mesi a un anno. Circa due mesi, 64 giorni, per una visita gastroenterologica, 126 giorni per una visita neurochirurgica e 186 per una allergologica.

Non vengono riportate le tempistiche delle visite di controllo, che di norma richiedono molta più attesa, ed è la motivazione per la quale i pazienti ricorrono sempre più spesso alle cliniche private convenzionate, dove però, ancora oggi, viene privilegiato l’“utente che paga”.

Il tema dell'abbattimento delle liste di attesa «che ci sono sempre state e sempre ci saranno, certo acuite dalla pandemia Covid – precisa Giovanni Grasso, referente Asp per il governo delle liste di attesa, che assicura anche a breve l’aggiornamento di quelle dell’Asp – è stato affrontato dalla Regione siciliana, con l’ultimo decreto di luglio 2022 che, recependo le disposizioni nazionali, ha assegnato fondi ad hoc per il recupero su chirurgie, prevenzione oncologica, specialistica ambulatoriale e privato accreditato, sia ambulatori che case di cura. Le prime due, per quanto riguarda Asp, sono partite, la specialistica ambulatoriale partirà a brevissimo dopo aver sondato la disponibilità degli specialisti».

Vista così la “ripresa” non sembra tanto breve, anche rispetto ai fondi del Pnrr pur acquisiti, il cui risultato si vedrà solo fra qualche anno. «Nel frattempo – spiega Luca – serve lavorare sul bisogno reale dei territori, sia centrali che l’entroterra, e gli enti, pubblici e privati, dovrebbero seguire tutti le stesse regole. Bisogna innovare, la telemedicina ci aiuterà molto per monitorare pazienti diabetici, cronici e scompensati a domicilio. Anche sull’emergenza-urgenza ci vorrà testa e volontà di migliorarla. La sanità non deve essere privilegio di pochi, la violenza contro gli operatori sanitari raccontata dalle cronache nasce proprio dalla mancanza di fiducia. Invece dobbiamo dare la sanità migliore a tutti, siamo ancora in tempo a salvarla, la nostra sanità, che deve tornare ad essere una missione, e non un business».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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