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L'INDAGINE

Università Bandita, procura di Catania ricorre in Cassazione contro il no del Gup al reato associativo

Secondo il pm, «il Giudice ha oltrepassato i limiti entro i quali è consentita la pronuncia di una sentenza di non doversi procedere»

Di Redazione |

La Procura di Catania ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Gup Marina Rizza che, il 22 settembre scorso, nel rinviare a giudizio nove docenti imputati nel procedimento "Università bandita" su presunti concorsi truccati nell’ateneo nato su indagini della Digos, ha disposto il non luogo a procedere per il reato di associazione per delinquere e derubricato in abuso d’ufficio quello di turbata libertà di scelta del contraente.

Il giudice ha disposto il processo, con prima udienza fissata per il 10 maggio 2021, per abuso d’ufficio e falso per sette imputati, mentre per altri due, Francesco Basile e Filippo Drago, anche per corruzione per atti contrari ai propri doveri. A giudizio il Gup Rizza ha rinviato due ex rettori, i professori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, e sette professori: Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa.

Secondo la Procura il provvedimento del Gup «è frutto di una un’errata applicazione della legge processuale, avendo il Giudice oltrepassato i limiti entro i quali è consentita la pronuncia di una sentenza di non doversi procedere». 

Il Gup Rizza, sempre nell’udienza del 22 settembre scorso, ha assolto dall’associazione per delinquere e da due episodi di turbata libertà di scelta del contraente il professore Giancarlo Magnano di San Lio, che ha fatto accesso al rito abbreviato, e lo ha condannato a un anno e due mesi, pena sospesa, per abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta «la nomina come docenti, ricercatori, dottorandi e personale amministrativo di soggetti preventivamente individuati dagli stessi associati». 

Nel secondo troncone di "Università bandita" il Gup Simona Ragazzi, il 13 ottobre scorso, ha rinviato a giudizio, per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, 45 persone, tra docenti etnei e di diverse facoltà italiane. Tra gli imputati l’ex procuratore Vincenzo D’Agata, la figlia docente universitaria, l’ex sindaco Enzo Bianco e l’ex assessore comunale e professore universitario Orazio Licandro. La prima udienza del processo si terrà il 15 giugno del 2022.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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