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Zona Industriale di Catania, un eterno cantiere in attesa di rilancio

L'assessore Arcidiacono: «Spesi due anni fa i 2,3 milioni del Patto per il Sud, oggi già paghiamo la mancata manutenzione». Entro fine anno rete idrica al 40%

Di Maria Elena Quaiotti |

Non dovrebbe essere certo l’“opzione Intel”, pur auspicata, a decretare o meno il rilancio della zona industriale etnea, dove ad oggi sono circa 400 le aziende insediate, anche considerato il raddoppio del credito d’imposta già attivato dal governo per i nuovi insediamenti nelle Zes, zone economiche speciali, passato da 50 a 100 milioni di euro.  L’“ampia area” individuata dal Comune per l’ancora solo possibile insediamento è quella di fronte agli Interporti siciliani (Sis), sull’VIII strada, in una delle zone più servite di tutto il sito produttivo. La stessa area divenuta qualche anno fa oggetto d’interesse da parte della Camera di commercio per realizzare la nuova Fiera, opzione poi sfumata, e successivamente posta sotto attenzione dalla stessa Sis per una proposta di acquisto con l’intento di ampliare l’area logistica e insediare impianti di idrogeno verde. Proposta non concretizzata anche in virtù del passaggio di testimone, attualmente in itinere, al ruolo di amministratore unico di Sis. Ciò che conta alla fine, Intel o meno, è che l’area non resti inutilizzata. Ma soprattutto conta che anche il resto della zona industriale sia all’altezza delle attese dei cosiddetti “stakeholder”, o portatori di interesse: lo sa bene il sindaco Salvo Pogliese, che infatti nel 2018 aveva nominato, per la prima volta, un assessore con delega apposita, Giuseppe Arcidiacono.  Ma a che punto siamo? Tenuto conto del periodo di pandemia Covid e del passaggio di alcune competenze da Irsap al Comune – siamo tornati alla zona industriale per verificarne le condizioni e con, alla mano, la “lista della spesa” di tre anni fa, chiedendone conto all’assessore. Il tema, tra l’altro, sarà a breve al centro di un nuovo incontro fra Confindustria e il Comune.

Fra i primi punti “in lista” nel 2018 c’erano i 2,3 milioni di euro del Patto per il Sud per la rete viaria, destinati al rifacimento del manto, sistemazione dei marciapiedi, potatura delle siepi e eliminazione della vegetazione infestante, pulizia e ripristino della funzionalità idraulica e dei fossi di guardia di tutta l’area industriale. «I fondi sono stati spesi tutti due anni fa, ma oggi paghiamo già la mancata manutenzione»,  precisa Arcidiacono, e infatti sulle strade III e V ad esempio, due fra le più strategiche, le condizioni sembrano essere ancora quelle originarie. Chi, chiediamo, ha competenza sulla Ss 114 (che versa in uno stato penoso)? «Città metropolitana, con la quale mi confronterò a giorni», assicura. Al secondo punto troviamo i 4,15 milioni di euro dal Patto per Catania per l’adeguamento della rete idrica, i cui lavori sono stati consegnati solo di recente alla ditta e entro fine anno si attende di arrivare al 40% di avanzamento dei lavori previsti. A fine stagione, come previsto, è stato riaperto da Sidra il canale Arci, che serve a convogliare le acque meteoriche ed evitare allagamenti, mentre è in itinere il censimento di aziende e scarichi, in alcuni casi abusivamente riversati nei torrenti. «Già tempo fa – precisa Salvatore Marra, Direzione Lavori pubblici – avevamo presentato alla Regione siciliana un progetto per circa 30 milioni di euro per adeguare la linea industriale dei reflui, attendiamo risposta». 

Ci sono gli 1,7 milioni per l’illuminazione pubblica a risparmio energetico che, annuncia l’assessore, «inaugureremo entro la settimana prossima».  C’è poi il tasto dolente della sicurezza, su due fronti: il sistema di videosorveglianza, «le telecamere ci sono, ma sono ferme per un guasto alla centralina – ricorda Arcidiacono – avevamo anche pensato ai droni, ma l’ipotesi è stata bloccata. Di certo è un intervento che dobbiamo riprendere e dal quale non si può prescindere», così come la costruzione della nuova caserma dei carabinieri, area operativa con un cantiere aperto, ma fermo, «per problemi di natura tecnica legati al progetto, che andranno superati al più presto».  Infine, ma non meno importanti, sono gli investimenti previsti per l’annoso problema del dissesto idrogeologico, i più cospicui e sui quali abbiamo finalmente le tempistiche: l’intervento in fase “più avanzata” riguarda il Forcile, 40 i milioni di euro previsti, il cui progetto è stato approvato in conferenza dei servizi ed è ora al vaglio dell’ufficio del commissario straordinario Maurizio Croce, «contiamo – precisa Marra – che finiscano entro fine anno per poter bandire la gara, da espletare in 4-6 mesi»; dalla piattaforma Rendis ci sono 28,8 milioni per il Buttaceto, «il commissario sta completando la gara per l’affidamento della progettazione, i tecnici hanno già presentato il piano per le indagini diagnostiche e i rilievi, contiamo sulla consegna del progetto a inizio 2022»; infine il collettore B, collegamento tra il canale di gronda e il Buttaceto, il cui progetto esecuitivo «è stato esaminato ed adeguato secondo le richieste di Soprintendenza e Autorità di bacino,  la settimana prossima si chiuderà l’acquisizione dei pareri per passare alla verifica del progetto». «Rispetto a quello che abbiamo trovato – precisa l’assessore – ovvero condizioni assolutamente non dignitose per un sito produttivo di questa portata, abbiamo fatto il possibile. Stiamo aspettando dalla Regione siciliana 10 milioni di euro per intervenire nell'area intorno ad Ikea, ma anche sulle strade e sui servizi di tutta la zona industriale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA