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Odissea per raggiungere la Playa corsia di viale Kennedy trasformata in fiume

Di Redazione |

Catania – «Catania è sempre Catania»: questo il commento dei tanti frequentatori della Plaia che ieri hanno vissuto un sabato da bollino nero a causa di un fiume d’acqua che ha l invaso un tratto del viale Kennedy. Un allagamento anomalo proveniente dalla zona industriale ha infatti provocato, dalla mattina e per tutta la giornata, non pochi disagi alla viabilità e ai clienti dei lidi dalla spiaggia libera numero due e alla numero tre. La situazione è tornata normale solo in serata, dopo ore di lavoro della Protezione civile e polizia locale, che ha dovuto chiudere la circolazione per diverso tempo per consentire le operazioni di pompaggio dell’acqua riaprendo solo nel pomeriggio una corsia. In mattinata erano intervenuti anche i vigili del fuoco, verso le 10,30, «ma non abbiamo potuto fare granché – hanno confermato dalla Sala operativa – anche perché per iniziare a prosciugare con qualche efficacia si sarebbe dovuto aspettare la riparazione del guasto. Abbiamo coadiuvato le perlustrazioni e la messa in sicurezza, rientrando in caserma alle 13,30».

Solo la clemenza del tempo non ha peggiorato una situazione esplosa in mattinata, come ha confermato Giuseppe Fraggetta, gestore delle spiagge libere della Plaia: «Già alle 8,30 abbiamo notato la presenza di molta acqua, non altissima, ma che ad un certo punto è diventata un vero e proprio fiume. La Protezione civile ha lavorato incessantemente per riportare la situazione alla normalità».Le voci che si sono rincorse per tutta la giornata tra i bagnanti riportavano la rottura di una condotta secondaria alla zona industriale: «In nottata è saltata una tura, abbiamo allertato la Protezione civile e provveduto alla riparazione nei tempi più brevi possibili – ha spiegato Giuseppe Arcidiacono, assessore ai Lavori Pubblici con delega alla Zona industriale – per evitare che l’acqua arrivata alla Plaia fosse ancora maggiore. La manutenzione effettuata su strutture obsolete ha rivelato tutta la sua inefficacia, così come si è confermato che le pompe non sono in grado di drenare la quantità di liquido che viene prodotto quotidianamente». La tura è sostanzialmente uno sbarramento temporaneo per deviare o impedire il deflusso di un canale, “opera idraulica provvisoria in genere costituita da travi o assi conficcate verticalmente nel terreno al fine di delineare uno spazio di suolo sommerso da prosciugare”.«Al solito – ha aggiunto Arcidiacono – a Catania una soluzione temporanea diventa definitiva, con tutte le conseguenze. Prima fra tutte far diventare “regola” ciò che è emergenza». «È successo quello che succede da anni – ha sottolineato Alessandro Porto, assessore con delega alla Protezione Civile, presente sul posto per visionare la situazione – cioè quando le acque che vengono raccolte dalla zona industriale e che sono tenute dalle chiuse presenti sulla 114 arrivano in quantità superiore al normale le pompe cedono e non riescono a svolgere il loro lavoro quotidiano, in estate frenare il passaggio dell’acqua per evitare che arrivino al mare. Da settembre riapriremo le chiuse e il deflusso al mare riprenderà, ma in estate è fondamentale garantire la balneazione. Anche perché le persone pagano per usufruire della Plaia».

C’erano avvisaglie che potesse succedere ciò che è accaduto oggi? «Sono anni che esiste questo problema, certo. Il sindaco Pogliese ha subito puntato agli interventi nella zona industriale e ha già predisposto delle somme per evitare che si ripresentino nuovamente questi problemi, quindi per cambiare le pompe che ormai sono obsolete e non riescono più a raccogliere correttamente le acque. Sono previsti circa 4 milioni di euro di interventi insieme all’Irsap per pulire i canali, cambiare le tubazioni e sostituire le pompe. Ringrazio i ragazzi e gli uomini della Protezione civile che stanno permettendo di riaprire la strada, oltre all’impegno dell’ufficio manutenzione e dell’assessore Cantarella che metterà a disposizione le spazzatrici per rendere agibile la carreggiata liberandola dalla fanghiglia».

Foto di Santi ZappalàCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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