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Operazione Piramidi: grazie al “facilitatore” della Regione smaltivano anche il polverino dell’Ilva

Di Redazione |

CATANIA – Traffico d’influenza: è il reato contestato a un dirigente dell’assessorato alle Infrastrutture e alla mobilità della Regione Siciliana dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta “Piramidi” per gestione e traffico illecito di rifiuti in una discarica di Melilli, nel Siracusano. Carabinieri del comando provinciale di Catania e del Noe gli hanno notificato un’informazione di garanzia e un avviso a comparire davanti al procuratore Carmelo Zuccaro e al sostituto Raffaella Vinciguerra.

  «Era il contatto della società dei Paratore a Palermo – sottolinea il procuratore Zuccaro – il “facilitatore” delle pratiche e degli iter burocratici». Non è tra i destinatari del provvedimento cautelare perché non ci sono prove di passaggio di denaro o di benefici diretti, e il reato non prevede la custodia cautelare, ma per la Procura l’apporto del funzionario regionale all0’organizzazione era «significativo» Certo è che alla Regione Siciliana la Procura di Catania non ha trovato alcuni progetti che dovevano essere depositati per autorizzare la piena operatività della discarica di Melilli.

Anche un funzionario del Comune di Melilli è finito nell’inchiesta. E secondo l’accusa le attività illecite dei Paratore sarebbero avvenuta «con la connivenza di pubblici funzionari deputati al rilascio delle autorizzazioni». Lo avrebbero fatto «omettendo per anni di attivarsi, sebbene fossero stati informati dagli organi di controllo della condotta della Cisma che, all’interno della discarica avrebbe operato in assoluto disprezzo delle autorizzazioni e della normativa ambientale».

 

Tra le irregolarità ambientali emerse dagli accertamenti dei carabinieri del Noe, secondo l’accusa, anche la triturazione indifferenziata dei rifiuti, compresi quelli speciali, che venivano poi inviati a un inceneritore. «Bruciando – ha spiegato il sostituto Raffaella Vinciguerra – veniva emessa diossina».

Durante le indagini dell’inchiesta Piramidi della Procura di Catania sono inoltre emersi episodi di usura da parte di Salvatore Grillo, di 47 anni, nei confronti del gestore di una trattoria-pizzeria del Catanese. L’uomo si sarebbe fatto promettere e dare interessi superiori al 10% mensile ed assegni in garanzia dell’importo complessivo di 30.000 euro come corrispettivo di una serie di prestiti per complessivi 23.600 euro in denaro contante. A Grillo viene anche contestato anche il reato di estorsione a seguito di condotte violente ed intimidatorie compiute nei confronti della vittima.

La condotta estorsiva aggravata dal metodo mafioso viene anche contestata a Giuseppe Verderame, di 63 anni, e Simone Piazza, di 31, che avrebbero costretto il gestore del locale a versare loro 200 al mese per assicurare la protezione alla pizzeria, impedendo a Salvatore Grillo di ripresentarsi per ulteriori richieste di restituzione dei prestiti usurari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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