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«Parco Monte Po si potrebbe realizzare con una spesa molto ridotta»

Nell’area, parte dei 250 ettari totali, ci sono diverse opere militari dell’ultimo conflitto. La proposta è delle associazioni ambientaliste

11 Aprile 2023, 20:15

Parco Monte Po

Una visita informale alla collina di Monte Po per constatare sul posto come il parco, atteso da decenni, potrebbe essere realizzato con poco e subito, in attesa che si possa attuare la proposta di collegare questo sito al boschetto della Plaia rinaturalizzando il corso del fiume Acquicella che attraversa vari quartieri. Proposta lanciata da varie associazioni - primi firmatari Italia Nostra, Lipu, Wwf e Associazione idroelettrica - nell’ambito del possibile utilizzo dei fondi del Pnrr.

Così un gruppo di amici, guidati dall’ing. Giambattista Condorelli, è andato alla scoperta di questa ampia zona verde che sorge nel cuore del quartiere Monte Po con un dislivello di circa 60 metri. All’ingresso è immediatamente visibile come esistano già tracciati viottoli e percorsi che avrebbero bisogno soltanto di essere ampliati e puliti con una spesa ridottissima, tanto più che 28 ettari di terreno sono già di proprietà comunale e dunque non è necessario alcun esproprio. Si tratta di una piccola parte dei 250 ettari previsti come Parco di Monte Po dal Piano regolatore del 1964 tuttora vigente e mai realizzato. In questo tratto di terreno sorge, in vetta alla collina, il rudere di una costruzione medievale costruita in due fasi e la cui lettura finora non è certa. È possibile che nell’alto Medioevo fosse un posto di controllo da cui si dominava la vallata del fiume Acquicella, un’area a quel tempo interessata a movimenti di truppe. «È probabile - ipotizza l’ing. Condorelli - che questa costruzione fosse interfacciata con i dongioni normanni, cioè i castelli a torre di Motta, Misterbianco, Paternò e Adrano».

La struttura è stata studiata nel Settecento dal principe Ignazio Biscari cui era stato affidato il compito di individuare e analizzare le antichità della Sicilia Orientale nel Val di Noto e nel Val Demone. Di questo rudere resta una suggestiva gouache di Jean Houel in cui si vede l’Etna sullo sfondo. In quest’area ci sono anche numerose opere militari relative all’ultimo conflitto mondiale. Sulla collina di Monte Po, non distante dal rudere medievale, è possibile visitare un tunnel coperto - lungo circa 40 metri e dotato di casematte per le munizioni - dove trovavano riparo i militari. In ognuna delle postazioni c’era un cannone posto su un ragno a quattro piedi manovrabile grazie a una ruota dentata che consentiva di girarlo di 360 gradi e di alzarlo in modo da colpire l’obiettivo. Un’altra postazione coperta serviva invece per le mitragliatrici.

Dall’alto della collina di Monte Po è possibile vedere lo spiazzo antistante una palazzina del quartiere dove sono stati rinvenuti i resti di una basilichetta bizantina ricoperta dalla vegetazione. Ed è possibile seguire il corso del fiume Acquicella che è stato tombato in tutta l’area della zona industriale di Misterbianco e che riaffiora in superficie proprio a Monte Po, a poca distanza dall’ospedale Garibaldi Nesima, anche se il suo percorso è ostacolato da un distributore di benzina e dall’attiguo piazzale asfaltato. Motivo per cui durante il nubifragio del 2021 l’ospedale è stato allagato dall’Acquicella.
Da questa altura è possibile vedere anche il campetto di calcio da troppo tempo abbandonato e chiuso alla fruizione collettiva. Un’area dalla quale si gode una vista magnifica e dal notevole interesse geologico. Lo strato di ciottoli su cui si cammina, infatti, rivela che questo terreno un tempo lontano era il letto del fiume Simeto che poi si è corrugato e alzato formando questa collinetta. I frequentatori abituali della zona fanno notare, inoltre, che, fino a pochi mesi fa questo posto era pulito, mentre ora cominciano a vedersi discariche e atti di vandalismo come l’abbattimento di un piccolo acquedotto a tre arcate, probabilmente ottocentesco. Un motivo in più per tutelare e valorizzare subito questo luogo.