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Prelevate subito dopo lo sbarco e messe in strada con minaccia

Di Redazione |

Si chiamano Sonia Ada, 30 anni, e Charity Adesuwa Edokpayi, 21 anni, e sono le due nigeriane fermate su delega della Direzione distrettuale antimafia di Catania a conclusione di un’operazione condotta in tandem – e da noi anticipata nell’edizione di ieri – dalla squadra mobile etnea e da quella di Ascoli Piceno. Le due sono gravemente indiziate del reato associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti, di tratta di persone in danno di connazionali di minore età, e del delitto di tratta di esseri umani, con l’aggravante della transnazionalità, per aver reclutato, introdotto, trasportato ed ospitato in Italia giovani nigeriane al fine di costringerle o indurle ad esercitare la prostituzione.

Tutto nasce dopo uno sbarco del mese di febbraio nel porto di Augusta. Fra i migranti una minorenne che, dopo essere stata collocata in comunità, racconta di essere partita dalla Nigeria con la prospettiva di fare la parrucchiera in Europa dopo avere contratto un debito di circa 30.000 euro con una madame già residente in Italia. Quest’ultima l’aveva fatta sottoporre al rito magico denominato “JuJu”, in forza del quale, in caso di inadempimento del debito contratto, la sua famiglia sarebbe stata colpita da disgrazie di ogni genere.

Nelle stesse condizioni si sarebbe trovata una seconda giovane, anch’essa minorenne, prelevata dall’organizzazione di “Madame Sonia” nella comunità di Noto e trasferita nelle Marche, a disposizione della Edokpayi, per battere il marciapiede al fine di saldare il debito.

Nell’occasione, alla pressione dello “JuJu” ne sarebbe stata associata un’altra: persone vicine a “Madame Sonia” riuscivano a mantenere rapporti costanti con i familiari delle ragazze rimaste in Nigeria; ogni qual volta le giovani opponevano resistenza o non si impegnavano nel meretricio o ancora si davano alla fuga, questi soggetti si recavano dai parenti delle vittime e “consigliavano” gli stessi ad esortarle ad obbedire ai propri sfruttatori, perché altrimenti tutti sarebbero stati colpiti dallo “JuJu”.

Stavolta, però, al gruppo di “Madame Sonia” è andata male. Identificato il vertice dell’organizzazione e la sua referente nella provincia di Ascoli Piceno, è scattato dapprima il fermo e successivamente la convalida del Gip marchigiano, con emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Alla squadra mobile etnea evidenziano che si tratta dell’ennesimo arresto, nel corso del 2016, di cittadini nigeriani (già nove nel recente passato) per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Un segnale che il nostro territorio è, purtroppo, fortemente interessato da questo odioso reato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA