Protestano a Catania i precari della Ricerca scientifica

Di Redazione / 15 Dicembre 2017

Catania – La Ricerca scientifica rappresenta uno degli strumenti più importanti per la crescita, lo sviluppo e la competitività del sistema nazionale; tuttavia si assiste quotidianamente ad un’emorragia di competenze (cervelli in fuga), specialmente per il Sud Italia.

Se si vuole far ripartire l’Italia è indispensabile ridare dignità al settore della Ricerca e a tutti coloro che con passione, dedizione e senso di responsabilità lo portano avanti. Oggi a Catania, così come informa una nota della Flc-Cgil di Catania, si è dato vita ad un presidio permanente, che si unisce alla rete delle quindici sedi del gruppo “Precari Uniti Cnr”, per dire basta a questo protrarsi di manovre incapaci di risanare la piaga del precariato, cancro ormai istituzionalizzato all’interno del nostro Paese.

“La legge Madia (legge 124/15) permette di interrompere questo circolo vizioso fornendo gli strumenti per superare il Precariato, ma è necessario che il Governo si impegni a stanziare fondi adeguati per la stabilizzazione di tutti i precari. L’assemblea chiede a gran voce l’intervento delle forze politiche, sia regionali che nazionali, affinché sia posta la giusta attenzione su questo tema e vengano assunti impegni concreti. A gran voce, la Ricerca Pubblica italiana, richiede modifiche e nuove stesure di appositi emendamenti alla Legge di Bilancio che tengano conto dei reali numeri del precariato negli Enti Pubblici di Ricerca. Non è più procrastinabile la problematica dei fondi necessari alla stabilizzazione di tutti i precari che, solo per il CNR, rappresentano oltre il 40% della forza lavoro a disposizione.

Il movimento dei Precari Uniti CNR ha già espresso forte disappunto nei confronti della prima bozza della Legge di Bilancio, rivendicando i propri diritti in sede di assemblea permanente che si è attivata su tutto il territorio italiano in 15 sedi presidiate: Roma Sede Centrale, Roma Tor Vergata, Firenze, Palermo, Pisa, Napoli, Pozzuoli, Cosenza, Milano, Bologna, Bari, Ancona, Sassari, Oristano e Lecce”.

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