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Rapito da finti poliziotti e liberato dopo 24 ore: chi è il 23enne del giallo di San Cristoforo

Trascinato via mentre era ai domiciliari con la moglie: ha parentele di peso nell’ambiente mafioso e si ipotizza sia finito nel mirino dei “narcos”

Di Laura Distefano |

La paura è durata meno di 24 ore. Ma quanto accaduto ieri all’alba a San Cristoforo ha fatto (ri)piombare la città, all’improvviso, negli anni ‘90. Un periodo buio. Con omicidi, sequestri, torture e sparizioni misteriose. Ieri alle 5 del mattino due persone hanno suonato al citofono di Giovanni Balsamo, che vive in una casa in via Calabrò.«Siamo della polizia», è stato detto. Il 23enne, che è ai domiciliari, ha aperto la porta. Ma i cosiddetti agenti, pur con tanto di divisa e giubbottino con scritta inequivocabile, invece di identificarsi lo hanno acciuffato e trascinato in strada. Ciò nonostante la resistenza della moglie del giovane, che è stata strattonata ed è finita a terra.

Il Suv nero

I due delinquenti hanno portato di peso Balsamo in un Suv scuro – pare Alfa Romeo – che si è dileguato tra le vie del rione. Da quel momento chiamate ai legali, viaggi negli uffici della squadra mobile, ma Balsamo sembrava sparito nel nulla. Per di più con l’aggravante che coloro i quali lo hanno prelevato non erano certamente dei poliziotti.Ore di ricerche, poi in serata la notizia: è stato rilasciato. Il 23enne è stato accompagnato in via Ventimiglia dove gli uomini della omicidi lo hanno messo sotto torchio.

Telecamere al setaccio

Gli investigatori – l’inchiesta è stata coordinata dalla Dda e condotta dalla sezione omicidi della squadra mobile – stanno anche analizzando le telecamere della zona del rapimento.Balsamo è stato condannato qualche mese fa a 6 anni dal gup per il coinvolgimento nella sparatoria avvenuta nell’autonoleggio di via Negrelli l’anno scorso. Il 23enne prima di questa vicenda giudiziaria era incensurato. Anche se sui social ha trovato il modo di “vantare” la propria famiglia. In particolar modo quella acquisita attraverso la convivente. Il suocero è infatti Lorenzo Saitta, detto Salvuccio u scheletro, ergastolano ed esponente di spicco del clan Santapaola-Ercolano. Il 23enne è cognato anche di Tony Trentuno, giovane leva criminale ogi ai vertici del gruppo di San Cocimo.

Il sospetto

Per questo si sospetta che dietro a questo episodio possa esserci un debito di droga. Saitta e il genero Trentuno sono addentrati in questo settore illecito da diverso tempo.Per il modus operandi – davvero inconsueto a queste latitudini criminali – si ipotizza che possano essere stati dei grossi trafficanti a inscenare il blitz per poter prendere in ostaggio Balsamo. In attesa di avere quello che gli è dovuto. E che, a quanto pare, è stato loro dato.

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