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Sciame sismico senza tregua sull’Etna e già più di 70 le scosse superiori a 2.5  

Di Redazione |

CATANIA – Dall’inizio dell’eruzione dell’Etna e dell’attività sismica sul vulcano, il 23 dicembre scorso, sono avvenute complessivamente nell’area oltre 70 scosse con magnitudo superiore a 2.5 (di cui 5 con magnitudo pari o superiore a 4), la maggior parte delle quali sono localizzate a sud dell’epicentro del terremoto di Milo nella notte scorsa. E’ quanto sottolinea l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il terremoto di magnitudo 4.1 delle 00.50 di oggi, secondo i dati l’Ingv, si colloca nell’area di Piano Pernicana, sul versante nord-orientale dell’Etna nel comune di Linguaglossa, a circa 10 km da Milo, Trecastagni e Sant’Alfio. La scossa è stata localizzata ad una profondità di 2 km. Non ci sono state fino a questo momento repliche significative nella stessa area, mentre alle 05.14 sempre di oggi una scossa di magnitudo 2.0 è stata localizzata a sei chilometri a nord di Adrano.

Il sisma di 4.1 ha colpito una zona posta oltre 20 km a Nord-nord-ovest della zona interessata dall’evento di magnitudo 4.9 del 26 dicembre scorso, localizzata in prossimità di Viagrande, sul versante sud-orientale dell’Etna. L’Ingv ricorda che queste attivazioni quasi contemporanee di aree diverse e periferiche rispetto all’edificio vulcanico rappresentano una caratteristica ricorrente dell’Etna. Nell’eruzione del 2002 si era verificato un fenomeno simile, ma a parti invertite. Allora i terremoti iniziarono sul versante nord-orientale il 27 ottobre, e furono seguiti il 29 ottobre da attività sul versante sud-orientale, culminata con una scossa di magnitudo 4.7 che causò crolli e danni diffusi a Bongiardo, una frazione di Santa Venerina. 

Intanto prosegue il lavoro delle 67 squadre di tecnici attivati presso i 9 Centri operativi comunali dei territori colpiti dal sisma di magnitudo 4.8 del giorno di Santo Stefano. Sono stati eseguiti 4.050 sopralluoghi, pari al 62% delle 6.547 istanze presentate. Sono 2.022 (50%) le abitazioni che risultano agibili, quelle parzialmente agibili 1.011 (25%), quelle inagibili 968 (24%) e 39 quelle ritenute non pertinenti. E’ salito a 1.334 il numero degli sfollati, di questi 556 hanno fatto ricorso a sistemazioni autonome mentre 776 sono ospitati in alberghi convenzionati con la Regione Siciliana. Due le persone ospitate in strutture pubbliche. 

E ancora: gli uffici dei comuni dei paesi del Catanese colpiti dal sisma di Santo Stefano si collegheranno con l’assessorato alle Attività Produttive e con l’Ente bilaterale degli artigiani Sicilia (Ebas) per definire gli aspetti procedurali e organizzativi e per stabilire delle date d’incontro con Uil, Cgil e Cisl e con le associazioni di categoria degli artigiani per giungere ad un’ipotesi di accordo che accompagni le richieste di erogazione del contributo da parte degli artigiani iscritti all’Ebas. E’ stato deciso – a renderlo noto è la Uil – durante un incontro tra l’assessore regionale alle Attività Produttive, il Consiglio regionale dell’Ebas e sindaci, assessori e presidente di consigli del comuni interessati. Durante l’incontro inoltre sindaci ed amministratori hanno sottolineato – afferma sempre la Uil – la necessità di un «intervento che ponga le popolazioni nelle condizioni di mobilità ordinaria, ripristinando le strade e i collegamenti, per consentire a tutte le attività produttive di ritornare alla normalità della produzione e all’agricoltura di continuare per evitare ulteriori danni». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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