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Stupro a Catania, da associazioni a sociologi forte indignazione: “Non branco, ma uomini prevaricatori”

In tanti esprimono riflessioni e considerazioni sulla terribile vicenda che ha visto come vittima una tredicenne

Di Redazione |

Lo stupro al Giardino Bellini di Catania ai danni di una tredicenne ha sollevato un’onda di indignazione e di riflessioni collettive.

«Un altro caso di violenza collettiva su una donna, uno stupro che ha la medesima struttura di ogni violenza maschile: nulla di questa storia a che fare con il sesso, ma ancora una volta con il potere che gli uomini esercitano sulle donne», afferma Anna Agosta, presidente dell’associazione Thamaia, sulla violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 13enne nella Villa Bellini di Catania.«Non sono animali, non sono mostri, non sono “un branco” – aggiunge – ma un gruppo di uomini, di giovanissimi uomini, che ha imparato alla perfezione la cultura della prevaricazione, la cultura patriarcale, la cultura dello stupro e l’ha esercitata su una donna, sul suo corpo reso un oggetto del quale disporre. Mentre noi urliamo a gran voce, le donne, noi donne, continuiamo a subire. Ma proprio per questo non ci fermeremo. Come esperte, come attiviste impegnate da oltre venti anni nel contrasto della violenza maschile sulle donne chiediamo che venga rispettata e tutelata la privacy della ragazza affinché venga scongiurato il rischio di vittimizzazione secondaria che comporterebbe per lei un’ulteriore violenza e un ulteriore trauma».

«Ci rivolgiamo alle giornaliste e ai giornalisti – aggiunge Anna Agosta – affinché venga data un’informazione attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni culturali, libera da stereotipi e pregiudizi. Ci rivolgiamo alle istituzioni affinché questo ennesimo caso possa essere un ulteriore monito per attivare politiche sistemiche di contrasto alla violenza maschile, attraverso azioni di sensibilizzazione, di prevenzione, formazione e sostegno ai centri antiviolenza, luoghi indispensabili per il supporto delle donne in uscita dalla violenza».

«Quanto è accaduto a Catania nelle ultime ore, lo stupro ai danni di una giovanissima, che ha subito una terribile violenza fisica, rischia come già accaduto a Palermo, una ulteriore violenza psicologica, per quanto poi accade sui social, dove ormai viene polarizzata ogni notizia di cronaca. Sui social, come già accaduto a Palermo, c’è un rischio fortissimo di esaltazione del male e di quasi certa emulazione»., sostiene Francesco Pira, professore associato di Sociologia e direttore del Master in Esperto della Comunicazione Digitale all’Università di Messina, commenta la violenza ai danni di una 13enne avvenuto a Catania.

«Per questo – aggiunge – è necessario attivare una compensazione con processi di educazione alla responsabilità e di reale inclusione. A questo si aggiunge la celebrazione della paura per la narrazione di un gravissimo fatto avvenuto in un luogo pubblico ad opera di giovani come la vittima, che hanno imposto la loro volontà con l’uso della violenza».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA