Antenna Rai di Caltanissetta, quale futuro?
Una riflessione sulla situazione dell'Antenna Rai di Caltanissetta è stata dedicata dal blog e social community IL NISSENO.com. Si tratta della struttura di 286 metri inaugurata nel 1951, che rappresenta un simbolo per la comunità locale: "Negli ultimi giorni, un video sui social ha portato all’attenzione generale lo stato della struttura. Segni evidenti di ruggine e deterioramento, documentati con riprese ad alta quota, richiedono attenzione e interventi tecnici mirati. Quando i simboli sfuggono alla cura, il rischio è che si perda anche il significato che essi custodiscono. E con esso, i legami con la memoria condivisa. In questo caso, siamo di fronte a una presenza che trascende l’acciaio del traliccio, che supera la materialità dell’opera".
Si evidenzia che "è compito delle istituzioni – non solo una facoltà, ma un dovere morale e civile – custodire e valorizzare ciò che rende una comunità consapevole della propria storia. Questo vale ancora di più per beni che, come l’Antenna di Sant’Anna, pur non rientrando nei canoni classici della monumentalità, svolgono una funzione culturale e identitaria. La valutazione delle condizioni strutturali, l’eventuale recupero, la fruizione dell’area: tutto rientra in un orizzonte di responsabilità pubblica che richiede chiarezza, impegno e competenza".
Qualsiasi intervento, "dalla semplice messa in sicurezza a un progetto di valorizzazione culturale, dovrebbe partire da una domanda: che rapporto vogliamo costruire tra ciò che siamo stati e ciò che vogliamo diventare? Anche la politica dovrebbe incidere in maniera netta e decisa sulla questione. Senza fronzoli. Non è più il tempo". La situazione attuale, "se affrontata con rigore intellettuale, può trasformarsi in una preziosa occasione: quella di costruire attorno all’antenna un progetto condiviso di cura, racconto e rigenerazione urbana. Un luogo della comunicazione può diventare luogo di incontro, di riflessione, di identità rinnovata. Ma perché questo accada, serve uno scatto di responsabilità: tecnica, istituzionale, collettiva".
L’Antenna Rai non è solo "un impianto dismesso, un residuo del progresso, né un’eco del passato: è una sfida etica e culturale. Ci interpella su come trattiamo ciò che ci definisce, ci obbliga a scegliere responsabilmente il da farsi. Le istituzioni hanno il dovere di rispondere con visione, i cittadini con partecipazione. In mezzo, la storia ci guarda: silenziosa, alta, fragile. Ma ancora viva".