Coronavirus, Musumeci apre al rientro dei siciliani rimasti al Nord: «Ma serve cautela»

Di Redazione / 04 Maggio 2020

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha aperto, siapure con prudenza, all’ipotesi di consentire il rientro dei siciliani al Nord che hanno espresso il desiderio di tornare in famiglia.

«Adesso – ha detto il presidente della Regione – allarghiamo un po’ e possono tornare anche coloro che si possono ricongiungere alle proprie famiglie: per farlo, è necessaria la verifica al momento dello sbarco e la quarantena. Nessuno deve pensare che la partita sia chiusa, che la fase 2 sia tutti liberi”».

«Abbiamo ricevuto – ha aggiunto – centinaia e centinaia di richieste dai ragazzi soprattutto che vogliono tornare in Sicilia: io sono padre e nonno, capisco benissimo le mozioni d’affetto, ma è difficile fare questo lavoro con un punto d’equilibrio, per coniugare le esigenze affettive da una parte e dall’altra le esigenze di cautela. Vogliamo evitare che si torni in Sicilia senza sapere di essere portatori del virus, come successo a centinaia di asintomatici rientrati a marzo».

Una apertura che è stata ben accolta anche dagli esponenti dell’opposizione. 

«Ricevo molte telefonate da persone che vorrebbero rientrare in Sicilia – ha detto ad esempio Santi Cappellani (Pd) – per ricongiungersi ai loro parenti, sono soprattutto studenti e professori fuori sede che non hanno più motivo – al momento – di stare lontani dai propri affetti e dalle loro case. Capisco e condivido la necessità di prudenza e certo occorre tener conto della difficoltà di monitorare la quarantena dei rientrati. Per questo propongo di riprendere – e allargare – la misura della quarantena obbligatoria della durata di quindici giorni in strutture ricettive turistiche, per coloro che volessero rientrare senza il cosiddetto “stato di necessità”. Si avrebbero – ha aggiunto Santi Cappellani – tre vantaggi, il primo aiutare i nostri concittadini a riunirsi alla loro famiglia, il secondo una boccata di ossigeno per i proprietari di alberghi, b&b, case-vacanze, e il terzo – forse il primo per importanza – la possibilità di monitorare efficacemente tramite i ceck-in/check-out il rispetto delle norme di contenimento antivirus ed evitare la cosiddetta “quarantena familiare”, obiettivamente impossibile da controllare. Invito il Ministero dei Trasporti a trovare una soluzione affinché questo tipo di prenotazioni presso strutture abilitate valgano come pass per l’emissione di titoli di viaggi ferroviari o aerei. Invito altresì il governo regionale a rivedere urgentemente le incongruenti misure restrittive adottate e i capitoli di spesa nel senso proposto da me e da tanti siciliani.».

Di «ottima notizia» Carmelo Miceli, parlamentare siciliano e componente della segreteria nazionale del Partito democratico. «Adesso – ha aggiunto – il presidente Musumeci chieda immediatamente alle società di trasporti di aumentare aerei, treni, traghetti e bus per l’isola e attivi una campagna di comunicazione sulle regole che i rientranti dovranno seguire per proteggere i loro familiari e concittadini isolani».

«Leggo con piacere – ha detto il capogruppo Pd all’Ars, Giuseppe Lupo – che Musumeci si è reso conto che i siciliani che si trovano oltre lo Stretto hanno il diritto di tornare a casa, certamente garantendo la salute di tutti. Adesso la Regione dia disposizioni chiare e si attrezzi per effettuare i tamponi necessari che ieri sono stati appena 1603».

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