Covid, dentro l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove aumentano i contagi tra medici, personale e pazienti

Di Redazione / 13 Novembre 2020

Cresce l’allarme Covid in provincia di Agrigento, come del resto in tutta la Sicilia, dopo che, solo ieri, si sono addirittura registrati oltre 1600 nuovi casi. Nell’Agrigentino i casi segnalati dall’Asp sono 56 con quasi 900 persone attualmente positive tra i ricoverati e quelli in isolamento domiciliare. Ma va detto che c’è anche un numero estremamente basso di tamponi: solo 229 (dato Asp) sugli oltre 9000 processati in tutta la Sicilia (dato della Regione). E tra i 229 il rapporto tra casi positivi sui test processati è prossimo al 25%, una percentuale altissima e di gran lunga più alta della media regionale che si attesta intorno al 14%.

Ma in queste ore rischia di esplodere il ”bubbone” dell’ospedale San Giovanni di Dio dove ci sarebbe un aumento vertiginoso di casi anche tra medici, personale infermieristico e pazienti a causa di una “pericolosa commistione tra reparti Covid e non Covid”. Il problema è noto: anziché realizzare, come si era pensato di fare mesi fa, una sola struttura covid in provincia di Agrigento all’ospedale Parlapiano di Ribera, si è scelto di riservare posto covid in tutti gli ospedali del territorio. Che non ci fossero dei contagi era quindi pressoché impossibile.

Probabilmente sarebbe stato meglio disciplinare gli ingressi in ospedale separando nettamente il reparto covid dal resto con percorsi riservati e procedere soprattutto all’esecuzione dei tamponi in modo adeguato e celere per tracciare immediatamente gli ingressi in ospedale.

La “contabilità” attuale dice che ci sono almeno sette positivi in Medicina, due infermiere positive al Pronto Soccorso (ma altri parlano di sei o 7 casi), tre positivi, contagiati all’interno del reparto, in Cardiologia e uno in Lungodegenza. Altri casi casi, senza specificare però il numero, si sono verificati in ortopedia ed nel laboratorio di analisi. La tensione tra il personale è dunque piuttosto alta e pure gli stessi responsabili delle Unità operative, raccogliendo il disagio dei propri collaboratori, hanno fatto presente ai vertici dell’Azienda la situazione.

Che le cose peraltro non vadano benissimo è testimoniato da una nota del 12 novembre scorso, firmata dal direttore sanitario dell’ospedale Antonello Seminerio in cui “visto l’andamento della diffusione della pandemia” ha sospeso” con decorrenza immediata “l’accesso ai visitatori ai reparti di degenza”. “E’ fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa e accettazione e dei pronto soccorso” e ‘ìaccesso ai laboratori “è consentito solo alla persona interessata”.

la Direzione dell’ospedale San Giovanni di Dio ha confermato di “aver rilevato casi positivi a macchia di leopardo fra i pazienti di alcuni reparti della struttura. Gli stessi pazienti sono stati immediatamente posti in isolamento e trasferiti presso il reparto di medicina-covid mentre gli ambienti interessati sono già stati sottoposti a sanificazione come da protocollo. Per ciò che concerne il personale, la Direzione dell’ospedale comunica che, dall’inizio del mese di novembre, sono stati individuati 16 casi di positività al covid-19 tra medici ed infermieri (sul totale di circa 850 dipendenti). I sanitari sono asintomatici o paucisintomatici e si trovano in quarantena presso i propri domicili”.

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