Covid, più di metà Italia in giallo: i primi a ripartire sono i ristoratori

Di Redazione / 21 Aprile 2021

ROMA – L’Italia si avvia a diventare per oltre la metà gialla la prossima settimana ma, nonostante le riapertura delle attività, il coprifuoco resta alle 22, così come è invariata la road map delle ripartenze graduali fino a luglio. Il decreto legge varato in serata da un Cdm-lampo (dalle 18.15 alle 18.43) non modifica le linee essenziali già trapelate con la prima bozza e scoppia la tensione nel Governo, con la Lega che non vota «un decreto che continua a imporre chiusure e limitazioni», come ha detto Matteo Salvini, assicurando comunque la fiducia al premier Mario Draghi. La finestra del dialogo resta aperta sulla possibilità di un ‘tagliandò al dl a metà maggio, per allentare le misure nel caso che i contagi calino ulteriormente. Ma Pd, M5s e Leu replicano al Carroccio: «C’è stato stato un susseguirsi di ultimatum che minano l’unità». E il ministro per le Autonomie Mariastella Gelmini, in quota Forza Italia, si dice “soddisfatta” del provvedimento anche se «si può migliorare rimediando a incongruenze su ristorazione, sport e wedding». Ma ci sono disposizioni che vanno oltre le questioni interne: gli Stati Uniti hanno infatti raccomandato ai connazionali di «non viaggiare» in Italia elevando a livello massimo – il 4 – il rischio Covid, così come fatto con l’80% dei Paesi mondiali.

Il calendario per il Paese è ormai deciso: si ripartirà lunedì prossimo e tra i primi a farlo saranno i ristoratori: in zona gialla, fino a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei locali che hanno tavoli all’aperto e dal primo giugno si mangia nei ristoranti al chiuso solo a pranzo. Contemporaneamente – sempre in area gialla – riapriranno con specifici protocolli teatri, cinema e spettacoli e i musei. Dal 15 maggio sarà consentita l’attività nelle piscine scoperte. Anche se fin dall’entrata in vigore del decreto saranno possibili gli sport all’aria aperta, sarà permesso frequentare le palestre al chiuso in zona gialla soltanto dal primo giugno, data in cui saranno aperte al pubblico anche le manifestazioni e gli eventi sportivi di interesse nazionale. Ma sarà possibile autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza anche prima, con l’eventuale possibilità di una deroga al numero massimo di spettatori, che è fissato a mille per le strutture all’aperto.
Il 15 giugno ripartono le fiere e dal primo luglio sarà la volta do congressi e parchi tematici. Parallelamente, i ragazzi tornano in classe. Fin dal 26 aprile in zona gialla e arancione tutti i ragazzi delle medie ed elementari saranno tra i banchi, in quelle superiori la presenza sarà almeno al 70% e fino al 100%. In zona rossa tutti presenti fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività in classe si svolgerà almeno al 50%. Riguardo agli spostamenti, l’autocertificazione resta necessaria, laddove è già prevista, ma da subito gli italiani potranno girare più liberamente – anche tra regioni di colori diversi – avendo in tasca il certificato verde, che dovrà attestare la vaccinazione, l’esecuzione di un tampone negativo o l’avvenuta guarigione dal Covid. Chi avrà il pass potrà anche accedere a determinati eventi – culturali e sportivi.

A stabilire quali saranno i territori che beneficeranno per primi delle nuove aperture sarà innanzitutto il monitoraggio di venerdì. Stando ai dati attuali, sono undici – Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto – oltre alle province di Trento e Bolzano a puntare alla zona gialla, avendo un Rt nel valore inferiore sotto l’1 e un rischio basso o moderato, compatibile con uno ‘scenario 1’. In zona arancione resterebbero invece Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Toscana, che hanno un Rt vicino a 1 e un’incidenza sopra 200. Niente da fare per Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta: hanno ancora numeri da rosso e per loro si parlerà di riaperture non prima di maggio. Infine i dati di oggi confermano il lieve calo dei contagi: 13.844 positivi e 364 vittime.

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