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Covid, Sicilia in bilico tra arancione e giallo: attesa per la riunione della Cabina di regia

Di Antonio Fiasconaro |

PALERMO – La Sicilia attende con ansia la cabina di regia nazionale di domani per conoscere il nuovo colore. Attualmente l’Isola è arancione ma in tanti, a cominciare dal mondo economico, sperano possa diventare “gialla” come già hanno fatto da una settimana altre regioni. Attualmente cinque Regioni sono in arancione (Calabria, Basilicata, Puglia e Val d’Aosta oltre alla Sicilia) e una sola in rosso – la Sardegna -: tutte aspettano gli ultimi dati del monitoraggio. 

Per l’Isola sono ore cruciali in vista della nuova assegnazione dei colori alle regioni. E’ pur vero che la Sicilia dovrebbe mantenere ancora l’arancione fino a domenica 2 maggio ma la speranza è quella di ritrovare il giallo a partire da lunedì 3 con il ritorno alla vita quasi normale, anche se bisogna ammetterlo a parte le restrizioni per il mondo del commercio, gran parte dei siciliani, in barba a tutti i provvedimenti imposti, si sono comportati come se ci trovassimo in “zona bianca”. C’è quindi il rischio di dover comunque aspettare altri sette giorni prima di poter tornare in giallo.

Se volessimo prendere a prestito una nota canzone di Franco Battiato potremmo dire guardando alla nuova ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Nello Musumeci sulle “zone rosse” che sul ponte sventola la bandiera bianca ed il riferimento è alla città di Palermo che dopo 21 giorni di cosiddetta “zona rossa” da oggi ha cambiato colore ed diventata “arancione” come gran parte dell’Isola.

Il paradosso potrebbe essere dietro l’angolo: domani se la cabina di regia decidesse il colore giallo per l’Isola di colpo il capoluogo della regione farebbe uno balzo in avanti e in 24 ore passerebbe dal cromatismo arancione a quello del giallo.

Secondo il sindaco Leoluca Orlando, «la revoca della zona rossa e il conseguente passaggio a quella arancione non deve indurre ad un rilassamento nel contrasto al Covid-19. Al contrario richiama tutti a maggiori responsabilità e rispetto delle regole. Faccio appello al governo nazionale affinché avvii una campagna di comunicazione che spieghi quali semplici misure occorre adottare e quali siano le sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni individuali anticontagio. Serve più responsabilità per bloccare la crescita di contagi, di morti e per consentire le riaperture delle attività economiche».

La nuova ordinanza di Musumeci, ha prorogato da oggi la “zona rossa” per i Comuni di: Aci Catena e Adrano, in provincia di Catania; Baucina, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Cinisi, Giardinello, Lascari, Mezzojuso, Misilmeri, Monreale, Partinico, Termini Imerese, Villabate e Villafrati, nel Palermitano; Catenanuova e Cerami, in provincia di Enna; Lampedusa e Linosa, nell’Agrigentino; Lentini, in provincia di Siracusa; Marianopoli e Mussomeli, nel Nisseno; e la reitera per Caccamo, Campofiorito e Cefalù, sempre in provincia di Palermo.

Con lo stesso provvedimento – da domani a mercoledì 12 maggio – è stata disposta, invece (viste le relazioni delle rispettive Asp e sentiti i sindaci), la “zona rossa” per Tortorici e Tusa, nel Messinese e Serradifalco, in provincia di Caltanissetta.

Escono invece dalla “zona rossa” i seguenti comuni: Alimena, Bagheria, Carini, Casteldaccia, Giuliana, Piana degli Albanesi, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Torretta per la provincia di Palermo. Favara, Canicattì, Palma di Montechiaro e Cattolica Eraclea per Agrigento. Acquaviva Platani, Niscemi e Resuttano per la provincia di Caltanissetta. Ramacca, Zafferana Etnea, Sant’Alfio, Acireale e Biancavilla per Catania. Centuripe e Pietraperzia per la provincia di Enna. Giardini e Mistretta per Messina e Carlentini per la provincia di Siracusa.

Poi c’è il caso relativo alla “zona rossa” prorogata per il comune di Lentini, in provincia di Siracusa. Il sindaco Saverio Bosco che ha già avvertito il prefetto: «Abbiamo ricevuto comunicazione dell’Asp con cui ci viene comunicato che i dati sull’incidenza settimanale sono palesemente errati. I dati epidemiologici reali ricalcolati, sono molto al di sotto della soglia con cui si entra in zona rossa. Al netto delle valutazioni e verifiche che faremo nelle opportune sedi riteniamo che la superficialità con cui viene affrontato il tema sia assolutamente da condannare, non è più possibile esporre interi comparti economici delle nostre città per mera ignoranza aritmetica dei singoli funzionari».

Ed ancora l’altro caso è quello relativo a Tusa in provincia di Messina che sarà “zona rossa” da domani al 12 maggio con l’intervento del sindaco Luigi Miceli. «Apprendo con stupore, dagli organi di stampa, ovviamente prima, e dall’Ufficio di Presidenza della Regione, poco dopo, che il comune di Tusa è stato posto in zona rossa, poiché, come si evince da una nota dell’Asp di Messina, risulta superato l’indice di contagi previsto di 250 casi ogni 100.000 abitanti, essendo il nostro 6,7 casi settimanali. Ancora una volta la politica fa un passo indietro, affidandosi esclusivamente a stupidi indici di carattere numerico, assolutamente privi di senso nei piccoli centri, laddove è agevole individuare e tracciare i contatti. Ormai da tempo, anche la politica finisce col piegarsi alle ragioni dell’auto difesa, in termini drammaticamente pilateschi, omettendo di assumersi le responsabilità connesse al ruolo che i cittadini le hanno affidato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA