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ORDINARIA FOLLIA

«Non serve più la conferma col molecolare» e all’hub tamponi di Catania il caos raddoppia

Ore e ore di fila per sottoposri al test,tra rabbia e rassegnazione. L'applicazione di una circolare ha creato maggiori tensioni. Ed è polemica per la mancata apertura di altri drive-in

Di Maria Elena Quaiotti |

«Era imprevedibile»,  «abbiamo fatto il possibile», «qui servirebbe l’esercito»: davvero le autorità, dal sindaco Salvo Pogliese, al prefetto Maria Carmela Librizzi, fino al commissario Covid Pino Liberti, sono convinti che basteranno queste giustificazioni per rimediare a quanto successo da almeno quattro giorni all’hub di via Forcile? È vero, dal 31 dicembre sono state impegnate due pattuglie di vigili urbani al mattino e due al pomeriggio, fino a sera, per tentare di gestire l’abnorme afflusso di auto che si sono riversate al drive-in per i tamponi, ma è ormai evidente anche ai bambini che non basta, e infatti non è bastato.

La “corsa al tampone” si è verificata a  Catania come in tutta Italia quindi, imprevedibilità a parte, si sarebbe dovuto agire già il giorno dopo la prima “giornata di ordinaria follia”, se non il giorno stesso, magari convocando con urgenza un Comitato ordine pubblico e sicurezza per trovare le adeguate misure di contenimento. Ma niente di tutto questo è stato fatto, almeno non fino a ieri.

I dati non fanno che confermare la situazione critica, 1.937 i test effettuati il 31 dicembre con 221 positivi, 1.382 con 230 positivi il 1° gennaio e ben 2.357 con 275 positivi il 2, ieri alle 18,30 i tamponi eseguiti erano già 1800 con 200 positivi, con diverse auto ancora in coda (che fanno presagire dati ancor superiori al 2 gennaio) e una amara “sorpresa” di inizio anno: alle 12 infatti si è diffusa la voce, poi confermata dagli operatori del drive-in, che si sarebbero effettuati solo tamponi rapidi, cosa che ha spiazzato più di un utente in coda per il “tampone di conferma” e in attesa, alcuni, perfino dalle 6 di mattina, con inevitabili cittadini spazientiti e più di un rischio che la situazione degenerasse.

Qualche risposta l’abbiamo avuta solo in serata dal commissario Liberti, che ha assicurato «domani mattina (oggi, ndr) chiamerò il prefetto per chiedere aiuto. Lo avevo già fatto in via informale nei giorni scorsi, mi è stata rappresentata una difficoltà materiale di utilizzo delle forze dell’ordine, ma ora la situazione è radicalmente cambiata. Non è più possibile andare avanti così». 

Cosa è successo con i tamponi molecolari? Perché lo “stop”? 

«Non abbiamo fatto altro – ha risposto Liberti – che applicare una direttiva ministeriale dell’8 gennaio 2021, la n. 705 per esattezza, che prevede come nei casi di alta incidenza (tanti accessi e tanti soggetti positivi) non sia più necessaria la conferma con il tampone molecolare, ma basti solo il tampone rapido. Si tratta di una circolare esistente che tutti noi commissari Covid di aree metropolitane abbiamo concordato di applicare, e lo abbiamo fatto. Ovviamente in caso di positività i soggetti devono isolarsi, con una durata di isolamento correlata anche alle nuove disposizioni ministeriali, quindi più o meno lunga se si è o meno vaccinati». 

In particolare, se si è positivi e asintomatici la quarantena è di dieci giorni dal tampone positivo, dopo 10 giorni basta anche un tampone rapido, se negativo termina la quarantena; se si è positivi e sintomatici la quarantena dura dieci giorni dalla comparsa dei primi sintomi, con tampone dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi e, se negativo, con termine della quarantena; per chi è positivo e ha già ricevuto la terza dose “booster” o ha completato il ciclo vaccinale con due dosi da meno di 120 giorni la quarantena è ridotta da 10 a 7 giorni, purché asintomatico e con test finale molecolare o antigenico negativo.

Inutile dire che la nuova improvvisa disposizione ieri al drive-in di via Forcile abbia creato non poco panico, «perché poi a scontrarsi con le difficoltà e dover spiegare la situazione sono gli operatori – ha commentato a denti stretti una di loro, bardata chissà da quante ore con tuta, visiera, guanti e mascherina – di norma destiniamo una fila ai prenotati dall’Asp per conferma e altre due per chi accede al drive-in, ora stiamo facendo una sfilza di tamponi rapidi impressionante. E c’è anche gente che aspetta fuori dalle 5 del mattino, mi creda, a volte arrivano qui dopo ore, sono stremati, oltre che preoccupati per la loro condizione di salute e non stanno certo ad ascoltare tranquilli».

La domanda al commissario sorge spontanea, sono previsti altri drive-in anche in città? «In provincia sì – risponde – ma per aprirli bisogna contrattualizzare il personale, e c’è una nota regionale che ce lo consente. Stanno arrivando biologi con i quali la Regione siciliana ha chiuso l’accordo, ci sono tempistiche da rispettare. In città ancora non è deciso, nel senso che valuteremo in settimana. Ho già chiesto al sindaco Pogliese di individuare un’area idonea ad ospitare un ulteriore drive-in, che deve avere caratteristiche particolari per evitare di montare e dover smontare tutto alla prima ondata di maltempo, serve una tettoia, ingressi e uscite separati, spazi adeguati per le auto. Attendo quanto prima la risposta del primo cittadino, e subito dopo vedremo come muoverci».

Di certo ieri in via Forcile si è consumata l’ennesima giornata di passione, impressionanti le code che si sono snodate per tutta la giornata sia verso la tangenziale, dove si sono registrati i maggiori problemi di viabilità con una soluzione a doppia serpentina più o meno funzionale, sia verso via  Vespucci, sfruttando il grande parcheggio esterno per contenere il più possibile il traffico. E, con queste premesse, oggi si è assistito alla replica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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