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«Variante Delta a Lampedusa? Subito isolati, qui sull’accoglienza si può fare scuola»

Il direttore del Poliambulatorio Francesco Cascio: «Fondamentali le navi quarantena. Ormai non si può più parlare di emergenza»

Di Redazione |

«Un focolaio di variante Delta a Lampedusa? Direi che siamo fuori pericolo. I dieci casi riscontrati sui migranti risalgono a fine maggio, parecchi giorni fa, se ci fosse stata una diffusione dei contagi sarebbe già emersa. Tutti i profughi che sbarcano sull'isola vengono immediatamente sottoposti a tampone e i positivi subito isolati. Il sequenziamento che ha documentato la variante è stato effettuato a Palermo, ma i casi erano già stati individuati e posti in isolamento».

A spiegarlo all’Adnkronos è Francesco Cascio, il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, a proposito dei dieci migranti, tutti asintomatici, sbarcati tra il 26 e il 27 maggio sulla più grande delle Pelagie e risultati poi positivi alla variante Delta. 

Tutti sono in isolamento a bordo di una nave quarantena.  Per l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, che da alcuni anni ha raccolto il testimone di Pietro Bartolo, oggi europarlamentare, il sistema delle navi quarantena si sta dimostrando efficace.

«Quale sarebbe l’alternativa? Tenerne cinquemila ammassati dentro l'hotspot?», dice replicando a distanza agli scettici. «Senza le navi quarantena, peraltro chieste e invocate proprio dalla Sicilia, a Lampedusa si rischierebbe una bomba epidemiologica. Meno male che ci sono…».

Il tema dei flussi migratori è di nuovo nell’agenda della politica. E con gli ultimi maxi sbarchi registrati nei giorni scorsi a Lampedusa da più parti si torna a parlare di "emergenza".

«Direi che parlare di emergenza davanti a un fenomeno conosciuto da anni non ha più senso – sottolinea il medico -.  E’ una routine, che anzi oggi non è più legata neppure al periodo estivo. Gli arrivi di febbraio o di marzo hanno dimostrato che il susseguirsi degli sbarchi dipende solo dalle condizioni marine, se il mare è buono arrivano. E’ un evento ordinario, prevedibile e che dovrebbe essere gestito in termini politici. Il fenomeno dal punto di vista sanitario e dell’accoglienza già viene gestito al meglio, direi anzi che potremmo fare scuola».

E l’impegno del Governo con il premier Mario Draghi che punta a nuovi accordi con l’Europa per un’azione più incisiva in Africa? «I propositi sono buoni, la speranza è che seguano accordi concreti e fatti. Lo vedremo nelle prossime settimane», conclude Cascio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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