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Contagi dilagano, Pregliasco: «In Italia arriveremo a 100mila casi al giorno a metà gennaio»

Lo dice ad "Affaritaliani.it" il direttore sanitario del Galeazzi di Milano e membro del Cts della Lombardia

Di Redazione |

«Gli spostamenti per le feste, i baci, gli abbracci e poi la riapertura delle scuole il 10 gennaio faranno sentire i loro effetti con il picco probabilmente attorno al 15-20 gennaio. Potremmo arrivare, come in altre nazioni, a circa 100mila casi al giorno di positivi». Lo dice ad "Affaritaliani.it" il direttore sanitario del Galeazzi di Milano e membro del Cts della Lombardia Fabrizio Pregliasco, sottolineando che «non siamo ancora arrivati al picco di questa nuova ondata, che presumibilmente si raggiungerà dopo le feste». 

«Dobbiamo considerare il coronavirus come l’andamento delle onde che produce un sasso nello stagno. Prima abbiamo la più imponente e poi se ne verificano delle altre – afferma -. Non siamo ancora al livello dell’acquietamento. Ci sarà probabilmente un’altra ondata il prossimo inverno, dopo che in primavera e in estate, grazie anche al caldo e al fatto che le persone stanno maggiormente all’aperto, sicuramente si registrerà un miglioramento». Secondo Pregliasco, dunque, nel 2022 «non usciremo dalla pandemia, ma dopo questo giro il numero di vaccinati sarà molto alto e di infettati e reinfettati. La prossima onda del Covid sarà quasi certamente come una brutta stagione influenzale». Quanto all’ipotesi di una quarta dose, il virologo ribadisce che «dopo sei mesi la protezione della vaccinazione cala. In definitiva, il destino è quello del vaccino contro l’influenza. Gratuito per i soggetti fragili e anziani e a pagamento per un giovane. Andiamo verso questa soluzione anche per il Covid». 

Frattanto vengono resi noti i dati contenuti nel Report esteso dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che integra il monitoraggio settimanale sul Covid. Nell’ultima settimana, si conferma l'andamento osservato in quella precedente «con il 26% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare (under 20 anni). Il 48% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni». Questi i dati che si riferiscono in particolare alla distribuzione dei casi nella popolazione 0-19 anni. 

Altro aspetto che emerge dal monitoraggio è che il rischio di terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha la terza dose «è 85 volte maggiore per gli over 80; 12,8 volte maggiore per la fascia 60-79 anni; 6,1 volte maggiore per i 40-59 enni. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA