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Draghi rompe gli indugi: «Sì all’obbligo vaccinale e, se Ema e Aifa daranno ok, anche alla terza dose»

Il presidente del Consiglio ha parlato in conferenza stampa alla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva. «La scuola riaprirà con meno incertezze rispetto allo scorso anno»

Di Redazione |

Per il vaccino contro il Covid scatterà l’obbligo, quando verrà dichiarato da Ema e Aifa non più farmaco emergenziale ma ordinario, e si va anche verso l'introduzione della terza dose. Con due secchi «sì», il premier Mario Draghi ha risposto sul tema, delineando questo scenario e anticipando poi l’estensione del Green pass, alla luce di una campagna vaccinale che è al 69% e, da programma, punta a coprire l'80% della popolazione entro la fine di settembre. O addirittura l’85%, come si sono sbilanciati i ministri al suo fianco a Palazzo Chigi, alla vigilia del monitoraggio che dovrebbe confermare l’Italia tutta in zona bianca ad eccezione della Sicilia, gialla. . 

Senza mezzi termini è stata anche la condanna del presidente del Consiglio della «violenza particolarmente odiosa e vigliacca» dei no vax contro «chi fa informazione e chi è in prima linea a combattere la pandemia». Parole accompagnate dall’ormai consueto invito a farsi iniettare il vaccino contro un virus che ha causato la morte di altre 62 persone nelle ultime 24 ore in Italia, con 6.761 contagiati. A fine settembre si partirà con la terza dose per i soggetti fragili, ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Per ora la quota di chi ha ricevuto la prima dose è poco sopra il 60% in alcune aree come Bolzano (record negativo al 61%), la Sicilia (63%) e nella fascia 30-39 anni non si raggiunge il 70%, tuttavia Draghi e la sua squadra puntano su due dati positivi: il 91,5% del personale scolastico immunizzato e la forte adesione alla campagna dei giovani sotto 30 anni.   Questo, ha detto il premier, «ci permette di affrontare con una certa tranquillità e minore incertezza dell’anno scorso l'apertura delle scuole. La scuola in presenza è sempre stata una priorità». «E si potrà tornare a sorridere», ha aggiunto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, confermando che nelle classi in cui tutti sono vaccinati si potrà evitare la mascherina. Una scelta che, però, secondo la leader di FdI Giorgia Meloni «è priva di giustificazione scientifica, visto che i vaccinati possono contagiare ed essere contagiati».   Per ora docenti e personale scolastico, così come i viaggiatori delle tratte a lungo raggio, sono vincolati al Green pass, che vale 12 mesi e si potrà ottenere anche con test salivari, grazie a un emendamento approvato dalla Commissione affari sociali della Camera. In futuro riguarderà anche altri settori. «L'applicazione del green pass mi pare stia andando bene. Sui trasporti ci saranno sempre dei casi di foto di mezzi pieni, ma in generale la preparazione è stata ben fatta», ha notato Draghi, chiarendo che con Speranza «da tempo» sta "discutendo» e «l'orientamento» è quello di «estendere» l’uso del certificato vaccinale: «Per decidere quali settori dovranno averlo prima eventualmente faremo una cabina di regia come è stato chiesto dal senatore Salvini ma la direzione è quella». Si potrebbe cominciare dagli esercenti di ristoranti, bar e mense, e il tema è caldo per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Mentre fragili, malati cronici e anziani potrebbero essere fra le prime categorie interessate dall’obbligo (quando sarà possibile applicarlo in modo esteso), che per ora è fissato per legge solo per gli operatori sanitari. Intanto Draghi ha precisato che la vaccinazione per il Covid è prevista anche per «tutti i migranti».   In Italia sono arrivate finora oltre 88 milioni di dosi, e le Regioni ne hanno ora a disposizione 10 milioni. Intanto laddove si vaccina meno cresce la percentuale di posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. In Sicilia è al 14%, a fronte di una media nazionale stabile al 6% (555 ricoverati, 15 in più nelle ultime 24 ore). In Sardegna è all’11%, sopra la soglia critica ma in calo da un paio di giorni: dopo il monitoraggio di domani dell’Istituto superiore di sanità l’isola dovrebbe evitare di finire in zona gialla. In base ai tassi di contagio, invece, nell’aggiornamento settimanale della mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) finisce in rosso il Lazio (oltre il 4% con Basilicata, Calabria, Marche, Sardegna, Sicilia e Toscana) mentre la Campania torna in giallo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA