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Stato d’emergenza Covid, il governo studia la strada per evitare la nuova proroga: ecco quale

 Non è un passaggio semplice, in quanto il provvedimento si porta infatti dietro tutta una serie di norme che dal 2020 regolano la vita degli italiani

Di Redazione |

Tenere in piedi la struttura e le norme per il contrasto del Covid, senza più prorogare lo stato d’emergenza. E’ l’ipotesi allo studio del governo, in vista della decisione che Mario Draghi e i suoi ministri dovranno prendere nelle prossime settimane, forse intorno al 20 dicembre. A fine anno scade infatti lo stato di emergenza e l’esecutivo è di fronte a un bivio: varare un decreto per una nuova proroga, a due anni dall’inizio della pandemia, o scegliere la via della legislazione ordinaria, disciplinando con norme ad hoc la struttura di mobilitazione sanitaria e tutte le misure legate allo stato d’emergenza. Ad oggi l’orientamento prevalente sarebbe quello di evitare la proroga: lo stesso premier l’aveva definita una «strada di buonsenso», precisando però che si farà quel che serve. Se, insomma, il lavoro degli uffici legislativi si chiuderà con una fumata nera, la proroga sarà inevitabile. 

 Non è un passaggio semplice, quello che si appresta ad affrontare il governo. Lo stato di emergenza Covid si porta infatti dietro tutta una serie di norme che dal 2020 regolano la vita degli italiani: dall’obbligo di mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smart working, dal ruolo e le funzioni del commissario per l’emergenza fino all’obbligo del Super Green pass. Se finisce lo stato d’emergenza, decade tutta una serie di norme collegate, a partire dalla struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo e le ordinanze da essa adottate.

Una delle soluzioni, per la 'fase 2' della pandemia, potrebbe essere quella di affidare alla Protezione civile i compiti che oggi sono del commissario (in questo scenario, c'è chi ipotizza una promozione di Figliuolo alla guida del Comando operativo di vertice interforze). Un’altra ipotesi potrebbe essere istituire a Palazzo Chigi una struttura di missione ad hoc. Ma si tratta di possibilità di non facile realizzazione, tant'è che c'è chi ritiene ancora la via maestra mantenere la struttura del commissario e approvare almeno una proroga breve dell’emergenza, magari 3 mesi, per dare a strutture e ministeri il tempo di prepararsi alla 'fase 2'. 

I ministri del centrodestra insistono però perché Draghi ponga fine allo stato di emergenza: «Ci sta pensando, rinnovarlo darebbe un segnale sbagliato», dice Renato Brunetta. In più, osservano fonti parlamentari, se il governo approvasse a fine dicembre un decreto per la proroga, convertirlo non sarebbe facile a gennaio, quando si vota per eleggere il nuovo presidente della Repubblica.

Dunque la spinta è inserire tutte le norme legate all’emergenza nel decreto Milleproroghe, che il governo dovrebbe varare entro le prossime due settimane e potrebbe essere poi trasformato in un emendamento alla legge di bilancio. Entro il 20 dicembre – ma non si esclude che sia prima – dovrebbe arrivare una decisione: ad oggi, assicurano a Palazzo Chigi, la scelta non è ancora compiuta. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA