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L'INTERVISTA

Obbligo green pass, no dalla virologa catanese Gismondo: «Io devo dimostrare la vaccinazione al barista. E lui a me?»

Secondo la microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano è scettica: «Non sarà possibile renderlo inderogabile per problemi logisitici»

Di Redazione |

«Perché io utente dovrei dimostrare al bar che mi sono vaccinato, e il barista non dovrebbe dimostrare a me che sono stati vaccinati lui e il suo personale?". Se lo chiede la microbiologa catanese dell’ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo, spiegando all’Adnkronos Salute di non ritenere fattibile l'obbligo di Green pass per l’accesso a questi locali e ad altri servizi di uso comune. 

«Credo che per alcune attività» il certificato «sia impossibile da imporre, ad esempio per andare al bar», afferma la direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze della struttura meneghina. E’ impossibile «proprio per motivi logistici», precisa: "Ci vuole personale che controlla, ci vogliono le apparecchiature. Non ritengo sia fattibile».

La Gismondo poi ha fatto delle riflessioni sull'obbigo vaccinale: «Penso che in questo momento sia in atto una forma di ipocrisia per cui non si vuole ammettere che» forse a questo punto «sarebbe necessario rendere obbligatorio il vaccino» anti-Covid in generale, per tutti. E così, per non ammetterlo, «a mano a mano si creano delle fasce obbligatorie e degli altri impedimenti per cui alla fine tutta la popolazione, se vorrà vivere, dovrà vaccinarsi». 

«Non capisco perché» si prospetta l’obbligo di vaccinazione per «gli insegnanti e il personale della scuola – spiega all’Adnkronos Salute – e non ad esempio»  anche per «tutti gli operatori degli uffici pubblici che hanno contatto con la popolazione». L’opinione dell’esperta è «che il vaccino possa in questa fase essere esteso come obbligatorio per moltissime fasce lavorative».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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