Scuola e covid, laboratori presi d’assalto dai prof: in fila per tornare in classe “sicuri”

Di Pierangela Cannone / 05 Settembre 2020

Catania –  È corsa al test sierologico prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. E a passarsi la staffetta sono soprattutto i docenti. Sottoporsi al test, però, non un obbligo di carattere normativo, piuttosto un indirizzo ministeriale, che adesso chiama in causa soprattutto dirigenti, insegnanti e personale Ata. L’antefatto è l’avvio da parte del ministero della Salute di una campagna di screening, su base volontaria, per monitorare lo stato di salute del personale docente e non docente delle scuole pubbliche e private prima dell’attività lavorativa, rimandando ai medici di famiglia il compito di eseguire il test nei propri studi, mentre alle Aziende sanitarie locali quello di raccoglie i dati e inoltrarli all’Istituto superiore di sanità tramite gli assessorati. Ma la maggioranza dei medici di famiglia si è subito opposta, puntando i riflettori sull’assenza di tutele.

E mentre le Aziende sanitarie provinciali si stanno adoperando per eseguire, previa prenotazione, i test nei vari distretti sanitari, mettendo in campo anche l’ipotesi di luoghi alternativi per incrementare l’affluenza e l’esecuzione massiccia dei test, a poche settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico i laboratori di analisi sono presi d’assalto dall’utenza, che adesso spinge per saperne di più sul proprio stato di salute. A Catania «il tema non è semplicissimo – afferma il dott. Salvatore Torrisi del Centro Analisi Catanese – perché non si è avuta una linearità né di informazione né, quindi, di comportamento dell’utenza. Dai primi di luglio abbiamo registrato picchi di massima affluenza e periodi di relativa stasi. A cavallo di Ferragosto, a seguito del caso del ragazzo in discoteca risultato positivo al Covid, siamo rimasti aperti e abbiamo eseguito 650 sierologici, tutti a ragazzini. I picchi di affluenza sono comunque influenzati da quello che accade in città. Abbiamo iniziato con i test rapidi, quelli di categoria C, la cosiddetta “card”. Adesso lo stesso test lo eseguiamo in chemioluminescenza, che è un quantitativo, decisamente più affidabile».

«Quanto sta accadendo con la riapertura della scuola – prosegue Torrisi – andrebbe specificato meglio. È arrivata dapprima una circolare del Miur, che invitava i docenti a rivolgersi al proprio medico di famiglia per test sierologico su Card, ovvero il cosiddetto “pungi dito”, che noi sconsigliamo per questioni di affidabilità. La maggior parte di questi si è opposto perché non ha gli strumenti per potere lavorare in sicurezza. Inoltre, in caso di positività, sarebbero probabilmente costretti a chiudere gli studi per quindici giorni, a discapito di altre patologie. Molti utenti stanno, quindi, preferendo rivolgersi ai laboratori di analisi, sostenendo il costo, che da noi è di 30 euro. In caso di positività del soggetto, abbiamo l’obbligo di denunciarlo all’Asp, che entro 24 ore fa il tampone, gratuitamente». Nella provincia di Ragusa, invece, l’affluenza nei laboratori di analisi è moderata poiché i test Covid «sono eseguiti dai medici di famiglia – afferma l’amministratore di Emolab, Salvatore Buscema – Da marzo a giugno la qualità dei reagenti non è stata eccelsa, motivo per cui abbiamo iniziato a farli da fine giugno, con reagenti più performanti. Il costo del test oscilla intorno alle 30 euro, circa 80 per i tamponi. È il medico che fornisce l’indicazione al paziente, attanagliato dalla paura».

A fare il punto della situazione a Siracusa è il dott. Ignazio Vairelli, responsabile di Siracusa Medica. «Alcuni docenti – dice – vengono in laboratorio per l’esecuzione volontaria del test sierologico di tipo rapido. Qualche medico lo fa in sede, altri si sono rifiutati. Sui tempi e le modalità del test, invece, non è necessario prenotare né essere a digiuno. Se si viene la mattina, il pomeriggio siamo in grado di consegnare il risultato. I test sono di due tipi: qualitativo, costa intono a 20 euro ed è il cosiddetto test rapido che fornisce la presenza o assenza degli anticorpi relativi a una immunità pregressa o a una attuale infezione; quantitativo, del costo di circa 30 euro, che nell’ipotesi siano presenti gli anticorpi fornisce anche la quantità». Ecco che, a fronte di una cifra accessibile e di non poche lungaggini, i docenti sono in fila da tempo per arrivare in aula… preparati.

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