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Sicilia arancione, scoppia il caos per ordinanze dei sindaci su “scuole chiuse”. Divide anche la Dad

Di Mary Sottile |

Catania – L’impennata nei contagi e i timori di un possibile crescendo della curva epidemiologica, coincidente con il ritorno a scuola degli studenti, hanno creato il caos in diversi Comuni dell’isola, in testa Palermo e Catania, dove i rispettivi sindaci, Leoluca Orlando e Salvo Pogliese, hanno emanato ordinanze contingibili ed urgenti per la chiusura delle diverse strutture scolastiche per le giornate di ieri e di oggi. Provvedimenti giunti, nella quasi totalità dei casi, nella tarda serata di mercoledì, con la conseguente impossibilità di un confronto con i vertici dell’autorità scolastica in Sicilia. Da qui, come detto il caos, per l’interpretazione data alle ordinanze: dalla più restrittiva, con le lezioni sospese, anche in DAD (didattica a distanza); a quella più espansiva, con l’interruzione riservata alle sole lezioni in presenza, mentre è stato il via libera in DAD.

Dai capoluoghi di provincia alle periferie, come detto il caos, non a caso a Palermo, il sindaco, Leoluca Orlando, è stato costretto a correggere e specificare meglio i toni del suo provvedimento, evidenziando che «L’Amministrazione comunale non ha alcuna competenza relativa all’organizzazione dell’attività didattica delle scuole che può quindi proseguire regolarmente ove si svolga interamente a distanza».

Caos a Catania, dove le scuole hanno, come detto, adottato scelte non omogenee, tra astensione totale o solo in presenza. A determinare confusione sono in particolare le parole utilizzate «si dispone la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio comunale». Non sarebbe più giusto utilizzare, forse, la dicitura, «sospensione dell’attività didattica in presenza», così come tra l’altro ha fatto ieri, nell’ultima ordinanza, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci?

Ne è convinto che la formula giusta sia la seconda, l’ex sindaco di Paternò, Mauro Mangano; oggi dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Riccardo da Lentini”, a Lentini e vicepresidente provinciale a Catania dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici). «Non bisogna emanare ordinanza di chiusura delle scuole – evidenzia Mangano -, perché chiudendo le strutture si blocca anche l’attività amministrativa delle scuole e questo è il mese delle iscrizioni. Va ricordato, infatti, che le iscrizioni, in scadenza il prossimo 25 gennaio, non possono farsi tutte online ed in ogni caso, spesso, accade che molti genitori vogliano informazioni o vedere fisicamente la scuola. A questo, aggiungo che avere le strutture scolastiche aperte evita la sospensione dell’attività didattica per i bambini diversamenteabili che, anche nelle zone rosse, possono seguire le lezioni a distanza, ma a scuola, con la presenza dell’insegnante di sostegno. Così la scuola, nella sua autonomia, può organizzare e far proseguire l’attività amministrativa, può qualora volesse aprire i laboratori».

Relativamente alla Dad? Giusta o sbagliata? «La Dad, così come è fatta oggi, è la negazione dell’attività scolastica – evidenzia il preside Mangano -. Il lavoro dovrebbe avere un altro sistema, ma in questo momento non vi sono alternative. Non è possibile aprire le scuole e fare regolarmente lezione, tra isolamenti fiduciari e quarantene. La dad oggi ci garantisce un minimo di attività didattica».

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