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Sicilia e Sardegna sempre a rischio giallo: a breve la decisione sulla probabile “retrocessione”

Nell'Isola a tre punte il dato di occupazione nelle terapie intensive resta stabile ma sempre sopra il limite massimo consentito

Di Redazione |

A 48 ore dal monitoraggio i numeri della Sicilia, insieme a quelli della Sardegna, tornano a preoccupare. L’ipotesi del passaggio in zona gialla, sfiorato sette giorni fa, per le due isole sembra farsi di nuovo molto concreto ed entrambe sembrano correre verso il cambio di colore: in Sicilia i nuovi contagiati sono 1.409, in Sardegna si è registrata una impennata dei casi, con 487 nuovi positivi con un tasso di positività che sfiora i 5,8%. In Sicilia le terapie intensive, per quanto riguardo i posti occupati, restano all’11% mentre le aree mediche salgono al 20% (+1%). Numeri che saranno meglio valutati tra giovedì e venerdì, giorno in cui si deciderà se procedere con il «declassamento» imponendo una serie di restrizioni. 

Osservata speciale resta anche la Calabria dove il numero di ricoverati continua ad aumentare così come quello dei positivi, oggi sono stati 349 (ieri 234). Nelle ultime ore sono due in più, nel saldo tra entrate e uscite, i degenti, sia in area medica (127) che in terapia intensiva (12). Riguardo all’area non critica, secondo i dati Agenas, la regione ha raggiunto la soglia di occupazione dei posti letto del 15% mentre sale al 7% quella delle rianimazioni. Una situazione complessa che sembra riguardare anche alcune regioni del Nord. A Bergamo, una della città simbolo della prima drammatica ondata, finiti i posti in intensiva al Papa Giovanni XXIII. «I non vaccinati sono circa il 90% del totale», spiega il direttore generale, Maria Beatrice Stasi. 

Stando a queste cifre le riaperture di settembre potrebbero arrivare in una Italia non più totalmente in «bianco». Gioco forza, anche in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico, pigiare sull'acceleratore nella campagna di vaccinazione appare una scelta obbligata. Il generale Francesco Figliuolo, capo della struttura commissariale, ha ribadito che l’obiettivo di vaccinare «l'80% della popolazione over 12 entro il 30 settembre» sarà «pienamente completato». Dopo il fisiologico rallentamento registrato nelle ultime due settimane arrivano segnali di ripresa. Ieri sono stati somministrate 275 mila fiale, che porta ad oltre 700 mila le dosi inoculate nei primi due giorni e mezzo della settimana. In totale le somministrazioni hanno superato quota 76 milioni (76.038.118) alla luce delle 83.106.307 di dosi distribuite. 

Un quadro in via di miglioramento anche se non mancano elementi di preoccupazione. Analizzando i dati appare evidente che nella fascia di età compresa tra i 30 e i 59 anni è necessario un cambio di passo. Sono infatti oltre sei milioni le persone comprese in questo range che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino. La cifra esatta è di 6.177.691 in una popolazione che ha una platea complessiva di 25.241.792. Nel dettaglio, nella fetta tra i 30 e i 39 anni, nessuna dose è stata al momento inoculata a 2.066.696, per il segmento tra i 40 e i 49 anni sono 2.310.755 e infine sono 1.800.240 i soggetti totalmente scoperti nella fascia tra i 50 e i 59 anni. Il motore che sta spingendo la campagna sembra, quindi, essere passata alle fasce di età più giovane, quelle che hanno iniziato per ultime. Tra i 20 e i 29 anni hanno completato il ciclo in 3.288.696, si tratta del 54,69% dell’intera platea formata da 6.013.709. I ragazzi totalmente scoperti dal siero ad oggi sono 1.596.548. Tra i 12 e i 19 anni hanno ricevuto entrambe le dosi in 1.328.429 pari al 28,71% della platea di 4.627.514. Sono invece 2.137.396 i ragazzi ancora senza alcuna copertura vaccinale. 

La road map per arrivare all’immunità di gregge si incrocia, necessariamente, con il tema dell’obbligo vaccinale. «Non c'è in alcun paese europeo – afferma Matteo Salvini – in tanti paesi europei non c'è neanche il green pass, io sono contro multe divieti e sanzioni, se qualcuno pensa all’obbligo sbaglia completamente. La soluzione sono i test salivari gratuiti, questa sarà la richiesta della Lega». Fabio Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico, vede un «percorso vaccinale di obbligo tout court» ma in caso poi di «valutazione in sede politica che non consente di raggiungere un obiettivo del genere, allora è necessario lavorare per classi di età o tipologie lavorative». Dal canto suo Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, «l'alternativa è tra fare il Green pass e vaccinare le persone o richiudere il Paese, in questi casi bisogna scegliere la riduzione del danno». Sul nodo Green Pass novità potrebbero arrivare venerdì: il Cts si riunirà per esaminare la richiesta del ministero della Salute in merito alla possibilità di prorogare la durata del certificato verde, che al momento è valido 9 mesi.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA