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LA PANDEMIA

Vaccini e posti letto Covid, il piano d’emergenza della Regione siciliana contro la nuova ondata

Oggi le nuove misure del Cts: stretta su “no vax” e focolai. Ospedali, parte il potenziamento

Di Mario Barresi |

Sul tavolo di Ruggero Razza ci sono due dossier agostani, entrambi parecchio delicati. Che, per forza di cose, s’influenzano l’uno con l’altro. Il primo riguarda la strategia per dare una scossa alla campagna di vaccinazione che in Sicilia, soprattutto in alcune zone, non riesce a decollare. Se Palermo e Agrigento sono si attestano sul 70% del target, in altre province (come ad esempio Catania, Messina e Siracusa) la copertura stenta a superare la media di 6 vaccinati ogni 10 potenziali destinatari.

Il secondo dossier, soprattutto in funzione delle nuove regole nazionali sul colore delle zone, attiene alla dotazione di posti-letto Covid. La Sicilia è fra le regioni più a rischio di uscita dalla zona bianca, che scatterebbe superata la soglia di occupazione del 10% delle terapie intensive. In questo momento, secondo i dati comunicati a Roma, ci sono 31 ricoverati su una dotazione di 668 posti, ovvero il 4,64%. Se si dovesse arrivare a 67 arriverebbe il primo cartellino. Giallo.

L’assessore regionale alla Salute sa bene che i due temi sono correlati. Tanto più che dai reparti, al di là del tasso di occupazione, arriva un’altra matrice di dati. Forse la più preoccupante, seppur non inedita (La Sicilia ha già fornito il dettaglio aggiornato al 23 luglio) e comunque in linea con il trend nazionale. «In questo momento – dettaglia Razza – in Sicilia oltre l’80% della popolazione ospedalizzata non si è sottoposta nemmeno a un ciclo di vaccinazione». Leggendo il dettaglio del nuovo report dell’assessorato i numeri sono anche più emblematici. Ad esempio: su una base di 303 ricoverati, appena l’11,2% risulta aver concluso il ciclo vaccinale. E, considerando soltanto i 34 in terapia intensiva, il quadro è ancora più chiaro: soltanto 4 con la prima dose e 3 immunizzati, il resto sono di fatto tutti “no vax”. 

Ed è per questo che – proprio dall’hub di Catania, invitando i vertici sanitari provinciali a «risalire la classifica della copertura del target» – l’assessore lancia «l’ultimo appello ai cittadini siciliani affinché vincano ogni resistenza e vadano a vaccinarsi», garantendo che la Regione «è disponibile ad andare incontro a ogni azione di prossimità: oltre che comune per comune in sinergia con i sindaci, ora bisogna battere i luoghi di lavoro».  Anche perché, ricorda l’assessore, «in una regione fortemente provata dal punto di vista economico, tenere un atteggiamento di disprezzo nei confronti del vaccino rischia di rivelarsi un danno serio per il sistema sanitario. Siamo la seconda regione per numero di ospedalizzati, alla fine dell'estate potrebbe scatenarsi non solo un'emergenza sanitaria ma un'emergenza economica».

Nel non detto c’è il rilancio di un tema contenuto nell’ultima ordinanza di Nello Musumeci: la previsione di una sorta di “anagrafe” dei vaccinati fra i lavoratori, pubblici e privati, dei servizi essenziali; misura sulla quale il Garante della Privacy ha chiesto chiarimenti alla Regione. «I datori di lavoro – scandisce l’assessore – sono stati confortati dall’autorità giudiziaria, che ha dato loro ragione su misure sul personale che rispettano la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro». 

E qui si entra nel vivo del piano d’emergenza estivo. Oggi il Cts regionale «presenterà il documento sulla individuazione delle nuove misure di contenimento dell'epidemia sul territorio, basandosi su criteri aggiuntivi rispetto agli attuali in atto». Fra quelli già discussi e di più immediata attuazione: la «verifica in tempo reale su ogni comune della copertura di prime e seconde dosi», ma anche «una relazione sull’andamento epidemiologico dei singoli territori, non basato più soltanto sul numero di casi in base alla popolazione, ma con uno studio approfondito sulla diffusione». In particolare si traccerà la mappa dei focolai con «un controllo capillare» sull’impatto concreto: tracciamento dei contagiati, identikit degli ospedalizzati e gravità dei casi. Con «l’insieme di queste misure e di altre che stabiliremo col Cts, contiamo di combattere la diffusione dei contagi, con l’obiettivo di raggiungere il 70 per cento di vaccinati entro fine settembre».

Razza (che è ancora indagato a Palermo per le ipotesi di falso sui dati Covid) annuncia anche una novità sul fronte della comunicazione: «A breve, nei bollettini giornalieri, oltre al numero assoluto dei ricoverati, ci sarà la percentuale dei vaccinati e non. Il Garante della privacy se ne farà una ragione…».

Ma la parte più significativa della strategia, soprattutto in prospettiva di medio termine, riguarda il potenziamento della rete ospedaliera. Partendo da una proiezione che l’assessore a si lascia sfuggire a denti stretti: «Siamo nel pieno di quella che è stata già definita la quarta ondata, che si diffonde con più celerità e colpisce di più i giovani, ma ha un impatto di ospedalizzazione più  basso. Anche se è ipotizzabile che a fine agosto il numero dei ricoverati potrebbe triplicare».

E quindi scatta il piano di potenziamento dei reparti. «Ho chiesto alle aziende sanitarie e ospedaliere di tornare all’attivazione di tutti i posti letto che erano stati avviati nella fase di maggiore acuzie», rivela Razza. «Questo non è soltanto legato ai parametri per l’attuazione di misure restrittive  – ma è un obiettivo che  la Regione si è intestata fin dall’inizio dell’emergenza, quando in pochi mesi abbiamo più che raddoppiato la dotazione di posti letto in terapia intensiva». In questo momento a Roma risultano 668 posti di terapia intensiva nell’Isola, ma altri 196 sono «immediatamente attivabili». A questi si aggiunge la nuova dotazione relativa ai cantieri dell’ufficio del commissario straordinario: dalla prossima settimana, annuncia l’assessore, 17 posti di terapia intensiva in più al Policlinico di Palermo; un reparto da 12 posti al Civico e 22 nuove terapie intensive al Cervello.

L’ultimo aspetto riguarda i Covid Hotel. Che ospitano soprattutto i turisti: su 158 attuali ricoverati, infatti, l’83,5% è non residente. «Abbiamo disposto il raddoppio dei posti letto a bassa intensità di cura. È un messaggio di accoglienza – scandisce Razza – che la Sicilia manda a chi viene e chi verrà in Sicilia ad agosto».  Variante Delta permettendo, naturalmente.

Twitter: @MarioBarresi

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