A giudizio il barelliere che uccideva i pazienti in ambulanza per ottenere i servizi funebri

Di Redazione / 25 Ottobre 2018

Il Gup di Catania ha rinviato a giudizio Davide Garofalo, di 33 anni, per omicidio volontario ed estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “ambulanza della morte”.

La prima udienza del processo si terrà il 18 dicembre davanti la prima Corte d’assise. L’altro imputato, Agatino Scalisi, 33 anni, ha fatto ricorso al giudizio abbreviato, con prima udienza fissata per il 4 aprile 2019.

Secondo l’accusa, tra il 2014 e il 2016, Garofalo avrebbe ucciso tre persone, Scalisi una. La tecnica, come rivelato da Le Iene, era quella di iniettare a pazienti terminali un’iniezione d’aria nelle vene, nel tragitto su ambulanze private dall’ospedale a casa, procurando il loro decesso per embolia gassosa e sostenendo che erano morti per cause naturali.

Obiettivo guadagnare i 200-300 euro di regalo che la famiglia gli avrebbe dato per la vestizione della salma. Soldi che sarebbero stati poi divisi con i clan mafiosi di Biancavilla e Adrano. Sul caso hanno indagato i carabinieri. 

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