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A Riposto "Don Camillo e Peppone": il sindaco si sente attaccato dal parroco e scrive al vescovo...che difende il secondo

I fatti che sono stati riportati al primo cittadino Vasta, accaduti in occasione dei recenti festeggiamenti della Madonna del Carmine

Mario Previtera

22 Luglio 2025, 14:37

da sinistra don Raciti, il sindaco Vasta

da sinistra don Raciti, il sindaco Vasta

Una vera e propria disputa in stile "Don Camillo e Peppone" è scoppiata a Riposto, in provincia di Catania, in occasione dei recenti festeggiamenti della Madonna del Carmine, mettendo in contrapposizione il sindaco Davide Vasta e il parroco don Daniele Raciti.

La scintilla che ha acceso la polemica sono state alcune dichiarazioni pronunciate da Don Raciti durante l'omelia della festa, affermazioni che hanno scatenato la ferma condanna del primo cittadino, sebbene non presente in chiesa al momento dei fatti. Il sindaco Vasta non ha esitato a esprimere il suo "profondo sgomento" per le parole del parroco, inviando una nota ufficiale al Vescovo Raspanti. Secondo Vasta, “durante la funzione religiosa – un momento che dovrebbe essere consacrato alla riflessione spirituale e alla condivisione del messaggio evangelico – don Raciti avrebbe ritenuto opportuno trasformare il pulpito in una tribuna di attacco personale e istituzionale".

L'accusa specifica mossa dal parroco, secondo il sindaco, sarebbe stata quella di aver "abbandonato il quartiere in cui egli opera". Un'affermazione che Vasta ha definito "non solo infondata, visto che l'amministrazione ha dimostrato con atti concreti il proprio impegno nei confronti del quartiere Scariceddu, recentemente oggetto di numerosi interventi di riqualificazione e attenzione da parte del Comune."

A pochi giorni di distanza dalla missiva del sindaco, è giunta la risposta ufficiale del Vescovo Raspanti, che ha cercato di gettare acqua sul fuoco, non senza una velata critica alla gestione mediatica della vicenda da parte del primo cittadino. "Ho ricevuto e letto con attenzione la sua nota del 17 luglio scorso nella quale manifesta il suo disappunto per alcune espressioni pronunciate da don Daniele Raciti, durante i saluti istituzionali nei momenti previsti dalla Liturgia - ha esordito il Vescovo - ringraziando il sindaco “per avere mantenuto un tono istituzionale nella sua comunicazione”.
Tuttavia, Raspanti ha sottolineato: "Poco opportuna è apparsa la scelta di affidare subito le sue valutazioni alla stampa, generando così un dibattito mediatico che, per stile e contenuti, avrebbe potuto trovare canali più pacati e diretti." Per questo motivo, il Vescovo si è sentito costretto, suo malgrado, “a fornire chiarimenti pubblici, affinché non rimanga l’impressione – a mio giudizio non fondata – di un episodio caratterizzato da toni e contenuti che non appartengono allo stile pastorale di don Daniele". Il Vescovo ha poi proseguito, difendendo il parroco del Carmine: "Le affermazioni da lei riportate non trovano pieno riscontro in quanto effettivamente pronunciato da don Daniele, e che – come mi risulta – lei non ha potuto verificare personalmente, essendo assente alla celebrazione. Non trovo, quindi, proporzione tra quanto detto da don Daniele, la sua nota e quanto riportato dai mezzi di comunicazione pubblici e privati." Infine, Raspanti ha ribadito il ruolo del sacerdote che "nel corso del suo discorso, in termini del tutto rispettosi, non è mai scaduto nell’offesa o nel giudizio politico. È parte della missione di un sacerdote dar voce alle fatiche della gente, con spirito costruttivo e pastorale, mai con finalità polemiche."