Agguato in pieno centro storico a Gela:
Agguato in pieno centro storico a Gela: tassista ucciso davanti la Chiesa madre
Panico tra la gente che passeggiava e faceva acquisti di Natale
GELA – Omicidio in pieno in centro storico di Gela poco prima delle 20. La vittima è un tassista, Domenico Sequino, 56 anni. E’ stato ucciso proprio sul sagrato della Chiesa madre, di fronte alla centralissima piazza Umberto e il corso Vittorio Emanuele, affollati di gente che passeggiava o faceva gli acquisti di Natale. Panico tra chi ha assistito alla scena del delitto. I killer, che hanno agito a bordo di uno scooter, sono spuntati all’improvviso, mentre l’uomo si trovava a parlare con un’altra persona sul sagrato della chiesa: secondo alcune testimonianze, a ucciderlo sarebbero stati due sicari giovani, travisati con caschi integrali. Contro Sequino sono stati sparati numerosi colpi di pistola (pare, un intero caricatore), andati quasi tutti a segno. Al primo colpo di pistola c’è stata il fuggi fuggi tra la gente che affollava la zona, e in molti hanno cercato riparo anche nei negozi ancora aperti.
Sul posto sono arrivati i sanitari del 118 oltre agli agenti di polizia e ai carabinieri. Soccorso da un’ambulanza del 118 e trasferito d’urgenza in ospedale, il tassista è deceduto pochi minuti dopo. L’uomo è morto a causa dei colpi di pistola che lo hanno raggiunto in varie parti del corpo. Domenico Sequino, “Mimmo” per gli amici, lascia moglie e tre figili.
Sequino aveva precedenti penali legati alla mafia e da qualche tempo aveva anche abbandonato la sua attività di tassista. Era stato arrestato nel dicembre del 2006 per associazione mafiosa nell’ambito della maxioperazione “Tagli pregiati” che ha decimato il gruppo storico di Cosa Nostra guidato a Gela dai fratelli Rinzivillo. Nella stessa operazione finirono in carcere 79 persone tra «mammasantissima», gregari e prestanome. Sequino nel 2008 ha patteggiato la condanna per associazione mafiosa. Da allora, nessun altro coinvolgimento in vicende criminali.
Sull’omicidio di Sequino indagano i carabinieri di Gela: le modalità dell’esecuzione sono tipicamente mafiose e il movente sembrerebbe essere un regolamento di conti. La notizia dell’omicidio ha fatto il giro della città, facendola sprofondare negli anni bui della sua storia quando, le cosche criminali di Stidda e Cosa Nostra sparavano all’impazzata per le vie di Gela, seminando terrore e morte. Anche sotto le festività natalizie.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA