Appalti sanità siciliana, le 5 gare pilotate dal comitato d'affari e la figura chiave
L'inchiesta ruota attorno ad Antonino Maria Sciacchitano detto «Ninni», commercialista, componente del collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’Asp di Palermo, consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, presidente di valutazione dei manager della sanità pubblica
Figura chiave dell’ultimo capitolo dell’indagine della procura di Palermo sulle gare truccate nella sanità siciliana è Antonino Maria Sciacchitano detto «Ninni», commercialista, componente del collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’Asp di Palermo, consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, presidente di valutazione dei manager della sanità pubblica, Proprio presso il suo studio, nelle settimane scorse, nel corso di una perquisizione, sono stati trovati 44 mila euro in contanti oltre a 3mila euro scoperti durante una perquisizione personale.
Altri personaggi importanti dell’indagine sono l’imprenditore Giovanni Cino, vicinissimo a Sciacchitano, e il faccendiere campano Catello Cacace. A Sciacchitano e Cacace il gip ha dato i domiciliari. Cino ha l’obbligo di dimora.
Secondo gli inquirenti, le gare sarebbero state gestite illecitamente da una struttura piramidale che al suo apice vedeva proprio Sciacchitano, per l’accusa» in grado di coagulare intorno a sé faccendieri, funzionari pubblici e imprenditori scelti perchè in grado di assicurare la miglior sintesi possibile fra istanze dell’imprenditoria e velleità di carrierismo e arricchimento illecito di pubblici dipendenti infedeli». Sciacchitano era affiancato da Giovanni Cino e Catello Cacace che lo aiutavano nella cura delle relazioni create e alimentate con i funzionari pubblici e sul versante delle imprese, «per strutturare intese fra aziende in grado di creare realtà economiche tanto solide da poter partecipare ai bandi garantendo la credibilità e i requisiti economico-patrimoniali necessari», dicono gli inquirenti.
I bandi truccati
Grazie ai ruoli di vertice ricoperti nelle Asp di mezza isola il commercialista Antonio Sciacchitano, finito oggi ai domiciliari, e i suoi complici avrebbe pilotato almeno 5 gare pubbliche: quella sul servizio di gestione, assistenza e manutenzione del parco apparecchiature biomediche bandita dall’ASP di Trapani nel 2021 e, secondo i pm, fatta vincere alla Polygon e quella per il servizio integrato di sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentario chirurgico e servizi supplementari bandita dall’ospedale Civico di Palermo nel 2022.
Tra i capi di imputazione anche la turbativa d’asta della gara per l'affidamento del servizio integrato di gestione delle aree operatorie, sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentario chirurgico e servizi supplementari bandita nel 2021 dall’Asp di Caltanissetta; quella per il servizio di fornitura di pasti in legame refrigerato a ridotto impatto ambientale bandita dall’Asp di Caltanissetta nel 2022 e quella per il servizio quinquennale di noleggio, lavaggio e disinfezione biancheria, fornitura divise per il personale e materasseria, gestione guardaroba e distribuzione interna, bandita dall’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Il tentativo di contatto con il fratello di Totò Cuffaro
Antonio Sciacchitano è anche accusato di aver cercato sponde nell’assessorato regionale al Bilancio. Secondo gli inquirenti, Sciacchitano e uno dei suoi complici, Giovanni Cimo, avrebbero tentato di arrivare a Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore Totò, dirigente generale dell’assessorato, per aiutare la Polygon spa (una delle società da loro favorite) a chiudere una transazione con la Centrale Unica di Committenza della Regione per l’assegnazione del lotto 1 della procedura delle apparecchiature elettromedicali. La Polygon pensava di proporre una transazione all’amministrazione regionale, in modo da riottenere l'aggiudicazione del lotto, evitando alla Centrale unica di committenza di dover bandire nuovamente una gara per l'assegnazione della porzione dell’appalto da cui Polygon (ex Tecnologie Sanitarie) era stata esclusa dopo la vecchia inchiesta «Sorella Sanità».
L’idea era di «ammorbidire» il dirigente della Cuc Di Leo «ai fini del buon esito della transazione» grazie alla mediazione di Silvio Cuffaro (non risulta se ci sia davvero stata), a cui i due faccendieri sarebbero giunti attraverso Vito Raso (autista di Totò Cuffaro). «A chiare lettere nelle intercettazioni - scrivono i pm - Cino e Sciacchitano hanno manifestato l'intenzione di farsi lautamente remunerare per questa attività di intermediazione, parlando della corresponsione da parte di Polygon di 200.000 euro a testa e dell’intenzione di questi ultimi di remunerare con 10.000 o 20.000 euro Silvio Cuffaro, dirigente dell’assessorato, per l’assistenza prestata, facendogli pervenire le somme tramite Vito Raso».
Nel febbraio 2023 la Polygon, però, è stata acquisita da parte di un fondo internazionale e l’operazione è naufragata.