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Armani, attesa per il testamento: da "dividere" un patrimonio di almeno dieci miliardi

Marcella Merlo

06 Settembre 2025, 16:46

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Deve passare ancora qualche giorno prima dell’apertura del testamento di Giorgio Armani, mentre cresce l’attesa di conoscere le sue ultime volontà. Per fissare l'appuntamento nel suo studio milanese il notaio attende infatti un documento ufficiale rilasciato dal Comune del capoluogo lombardo dove lo stilista è morto giovedì.

Si tratta dell’estratto per riassunto dell’atto di morte e a Milano possono passare fino a 15 giorni per ottenerlo. In questo caso, vista anche l’attenzione non solo mediatica di fronte a un patrimonio personale stimato da Forbes in 12 miliardi di dollari, ossia oltre 10 miliardi di euro, i tempi potrebbero essere più brevi. E l’apertura avvenire di conseguenza la prossima settimana, una volta tenutosi il funerale previsto lunedì, che per volontà dello stilista si svolgerà in forma privata, mentre volti noti e gente comune gli hanno reso omaggio sabato e continueranno a farlo domenica nella camera ardente in via Bergognone.
È noto come "re Giorgio" abbia curato nei minimi dettagli, come era solito fare, la sua successione. Prima di tutto per assicurare nelle mani delle persone a lui più care il futuro del gruppo, attribuendo un ruolo chiave alla Fondazione Armani.

Lo stilista non ha figli e ha potuto quindi dividere l'eredità senza quote di legittima, che la legge riserva di norma ai parenti più stretti, in sostanza il coniuge e appunto i figli. A essere chiamati davanti al notaio saranno allora i tre nipoti, Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio, già defunto, e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna, nonché Leo Dell’Orco, compagno di lavoro e di vita di Armani.
In ballo non c'è solo il 99,9% del gruppo della moda, ma un patrimonio immobiliare che comprende tra l’altro la villa a Pantelleria, la residenza estiva a Forte dei Marmi, dove si trova anche il locale La Capannina acquistato di recente, la casa milanese di via Borgonuovo, Villa Rosa nell’Oltrelpò Pavese e altre residenze a Saint Moritz, Parigi e Saint Tropez. Senza contare le opere d’arte.