LE INDAGINI
Arrestata l’ennesima amica di Matteo Messina Denaro: così aiutò il boss durante la latitanza
oriana Calcagno, 40 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena.
Le indagini sulla trentennale latitanza di Matteo Messina Denaro continuano a regalare colpi di scena. La Dda di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di una insegnante, Floriana Calcagno, 40 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena.
Agli atti dell’inchiesta sono finite decine di foto, estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, che la ritraggono in compagnia del capomafia e che riprendono Messina Denaro circolare per strada tranquillamente in auto. Il padrino, in alcuni scatti, indossa un cappello a tesa larga e un foulard rosso.
A Calcagno i magistrati – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pm Piero Padova e Gianluca De Leo- contestano, tra l’altro, di aver assicurato a Matteo Messina Denaro «sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale, nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani e di avergli assicurato, attraverso un sistema di staffetta e di scorta con la propria vettura, la possibilità di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato».
Nipote del boss
Floriana Calcagno è come detto un’insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino.
La Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione. I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara.
La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia.
Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
Dichiarazioni menzognere
Tanto che i pm parlano di «dichiarazioni assolutamente menzognere» quando lei sostiene di aver capito solo dopo chi fosse davvero Matteo Messina Denaro e riducendo a pochi incontri la loro relazione sentimentale.
Come detto, la Calcagno ha riportato la conoscenza con il capomafia all’autunno del 2022. «L’ultima volta che l’ho visto è stato in occasione dell’incontro di ottobre presso la sua abitazione; lui mi ha più volte chiesto di rivederci, ma io ho negato poiché la storia mi stava iniziando a creare forte tensione, trattandosi di storia clandestina in un piccolo centro cittadino e peraltro sentivo che non era una cosa che mi faceva stare bene», ha raccontato.
«Le indagini, – scrivono i magistrati – in realtà, hanno appurato che la donna incontrava il latitante in altre occasioni, sempre nel covo, anche nel mese di dicembre». Calcagno, mentendo, «era evidentemente ben consapevole della rilevanza degli incontri tutti peraltro concentrati in un ristretto arco temporale, segno che anche in questa fase, oltre che in quella estiva, qualcosa di rilevante doveva essere recapitato al capo mafia». La donna ha anche omesso di parlare dei tanti incontri avuto nell’estate col boss.
Per i magistrati, la donna sarebbe parte dell’articolata e «ristretta rete di soggetti totalmente asserviti al latitante per il soddisfacimento delle proprie esigenze personali». Inoltre le parentele della Calcagno, nipote e moglie di mafiosi, rendono poco credibile che non sapesse la vera identità dell’amico. «In un contesto quindi di rapporti e relazioni quanto meno grigie ed in cui, come visto, la donna non ha mai smesso ad esempio di tenere rapporti con la famiglia Luppino, non può ritenersi credibile che abbia compreso solo dopo il 16 gennaio 2023 che quell’uomo con cui aveva intrecciato una relazione fosse Matteo Messina Denaro», dicono i magistrati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA