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Arresti voto di scambio, boss Vella in moto anche per altri candidati

Dalle intercettazioni emerge l'interessamento del capomafia anche per altri mentre al candidato al Consiglio Comunale Lombardo, arrestato insieme a lui, chiedeva i suoi fac simili per "non confondersi"

Di Redazione |

«Noi altri li abbiamo dati tutti. Tu mi devi fare avere quelli tuoi solo». Smistava fac simili dei candidati al Consiglio Comunale, in vista delle elezioni, il boss della famiglia di Corso dei Mille, Vincenzo Vella, arrestato, ieri, insieme all’aspirante consigliere comunale di Fdi Francesco Lombardo per scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito di una indagine coordinata dall’aggiunto Paolo Guido. Non sapendo di essere intercettato dalla Procura di Palermo, parlando con Lombardo, che era andato a chiedergli voti per le elezioni di domenica, il boss fa capire di essersi messo in moto anche per altri candidati. "Così non ci confondiamo", spiega a Lombardo chiedendogli i fac simili. "Ciao sangù (sangue, espressione dialettale che indica appartenenza allo stesso sangue, vicinanza ndr)», lo saluta il capomafia. Voi siete una sassulata». Nel corso del dialogo Lombardo aveva ribadito di avere appoggi in tutta Palermo. «Mi stanno aiutando in tutta la città», anche nel quartiere Zen. Vella gli dice espressamente: «io sono per te, gli altri non mi interessano», dopo avergli chiesto quanti voti servono per essere eletti al Consiglio. «Ce ne vogliono da 1300 a1400», risponde Lombardo che ribadisce l’importanza di ogni singolo voto. «Un voto è importante – lo ammonisce – perchè con un voto si acchiana (sale ndr) con uno si scinni (scende ndr)». 

E si svolgerà lunedì, davanti al gip, l’interrogatorio di garanzia di Lombardo e Vella. Mercoledì, sempre a Palermo, erano stati arrestati con le stesse accuse, un candidato di Fratelli d’Italia, Pietro Polizzi, il costruttore mafioso Agostino Sansone e il suo collaboratore, Manlio Porretto. Interrogati tutti e tre hanno risposto al gip negando l’esistenza del patto elettorale.  

E sulle motivazioni della richiesta di arresto al gip, la Procura di Palermo scrive: «Sussistono urgentissime esigenze di tutela di beni primari in ragione della prossima competizione  elettorale del 12 giugno: in assenza di adeguate misure cautelari l’esercizio del diritto-dovere di voto di una estesa parte dell’elettorato diverrebbe merce di scambio da assoggettare al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso e dunque sottratto al principio democratico». Vella e Lombardo si sono incontrati il 28 maggio scorso nel negozio di ortofrutta del boss, condannato per associazione mafiosa già tre volte. Un trojan piazzato nel cellulare del capomafia di Corso dei Mille ha captato la loro conversazione. "Qualche voto qua lo prendiamo?», chiede Lombardo a Vella. «Tu sì, tu personalmente sì», risponde il boss, libero dopo l'annullamento dell’ultima condanna a 20 anni per un vizio di forma. "Me li raccogliete una ventina di voti?», prosegue il candidato di Fdi. «Se salgo io sono in commissione urbanistica. Sono all’edilizia privata, che appena c'è un problema io salto», dice, facendo chiaramente capire di essere a disposizione del boss e continua: «non mi sono sempre messo a disposizione di voialtri a prescindere dalla politica?». «Quelli nostri tutti li prendi», risponde Vella. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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