Assistenza domiciliari agli anziani in Sicilia
Assistenza domiciliari agli anziani in Sicilia Ecco tutti i sospetti su coop e appalti Asp
L’Anticorruzione invia la Finanza. Gli atti atti a pm e Dda
CATANIA – Ha parlato di «perplessità» e di «stranezze», in appalti da decine di milioni. Nella recente visita in Sicilia, Raffeale Cantone ha ufficializzato «un’attività di indagine», da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione, definita «in via di conclusione». Sotto la lente d’ingrandimento l’assistenza domiciliare integrata agli anziani disabili in Sicilia. «In sei casi su nove – ha detto a margine dell’audizione in commissione Antimafia dell’Ars – le Asp avrebbero utilizzato criteri considerati discutibili, sia per quanto riguarda il bando che l’affidamento». Ricordando le «numerose proroghe» delle quali aveva «segnalato la stranezza» così come «le criticità emerse dagli appalti» rassegnate «anche all’assessorato regionale alla Sanità». E lasciando un indizio: «Queste coop che hanno vinto gli appalti avevano riferimenti con uno dei gruppi coinvolti in Mafia capitale».
Il verbale dell’Authority
L’identikit – come poi rivelato dallo stesso Cantone – è quello di Sisifo, consorzio di cooperative leader in Sicilia in servizi socio-sanitari e accoglienza migranti. D’altronde, c’è un preciso riscontro nelle carte dell’Anticorruzione. Il cui consiglio, lo scorso 22 luglio, esamina il caso a seguito di una «segnalazione pervenuta all’Autorità circa gli affidamenti al consorzio di cooperative sociali Sisifo dei servizi di “Assistenza domiciliare integrata”» per le Asp siciliane. Quel giorno stesso l’Anticorruzione passa ai fatti. Disponendo «che venga al più presto attivata, con particolare urgenza, e preferibilmente prima della pausa estiva, l’attività ispettiva a mezzo della GdF presso le Asp di Palermo e Siracusa» e di «procedere ad ulteriori accertamenti per le Asp di Enna, Caltanissetta e Catania». Con una tempistica precisa, Cantone chiede che «l’Ufficio predisponga le Cri (Comunicazioni risultanze istruttorie, ndr) con riferimento alle Asp per le quali l’accertamento è concluso, raccomandando tendenzialmente l’invio delle Cri dopo l’ispezione della Guardia di Finanza». Il dossier Sisifo finisce su altri tavoli: oltre che alla Corte dei Conti, il consiglio dell’Autorità, dispone, si legge nel verbale, l’«invio di apposita segnalazione alle Procure», da trasmettere anche alle Direzioni distrettuali antimafia di Palermo e Roma «atteso, in quest’ultimo caso, le comunicazioni di quanto accertato con l’indagine cosiddetta Mafia Capitale».
La difesa di Legacoop
«Sisifo nella vicenda Mafia capitale è estranea ai fatti di corruzione emersi nell’inchiesta e che non ha subito alcun coinvolgimento», ha subito precisato Legacoop Sicilia. Il riferimento è alle indagini sul Cara di Mineo, nelle quali Sisifo (dal 2011 nell’Ati aggiudicataria dei servizi) non è in atto coinvolta direttamente. La stessa Anticorruzione commissionò due delle coop più esposte (Casa della solidarietà e Cascina global service), ma non il consorzio sul quale adesso indaga per le gare nelle Asp. Legacoop rassicura che «nel mercato siciliano» l’attività di Sisifo «è avvenuta con la massima diligenza e attestazione di lavoro ben svolto dalla innumerevole committenza», specificando che «nulla è stato contestato alla cooperativa».
La mappa degli appalti
Un particolare, nell’estratto del verbale dell’Authority, non ci è chiaro: nella richiesta di «ulteriori accertamenti nelle Asp di Enna, Caltanissetta e Catania». Nella realtà nissena Sisifo è in pista, così come lo fu (gestendo l’Adi dal 2001 al 2007) sotto il Vulcano. Ma a Enna non risultano attivitò del consorzio. Sarà un refuso. O qualcosa che ci sfugge. Ma nel resto dell’Isola c’è un quasi-monopolio. L’appalto più contestato – esposti alla Procura, all’Ars interrogazioni e audizioni in commissione Sanità – è quello di Siracusa: 10,1 milioni di base d’asta in quattro lotti per 36 mesi, aggiudicato con un 10% di ribasso al fronte della media del 5% degli altri concorrenti. Il servizio è partito nel 2013. Fra le proteste delle 12 coop estromesse (che denunciano, fra l’altro, mancata dichiarazione di carichi penali dei vertici di Sisifo, lavoratori risultati già all’opera altrove e anomalie nei contratti) e le segnalazioni di alcuni utenti, rimasti senza assistenza. L’Asp dispose ispezioni e chiese chiarimenti. «Problemi di start-up del servizio, tutto risolto», rassicurò, audito all’Ars, il rappresentante di Sisifo. Ma il caso, sussurrano le coop rivali (la scorsa settimana a bussare ancora alla porta del pm Tommaso Pagano) non è chiuso. L’altra Asp per la quale Cantone ha chiesto l’ispezione alle Fiamme gialle è quella di Palermo. Il servizio fu aggiudicato a Sisifo, assieme a Osa (Operatori sanitari associati), per 15,2 milioni triennali. Una gara oggetto di due ricorsi: uno della Medicasa, prima in graduatoria ma poi esclusa anche per «ribasso anomalo», accolto dal Tar ma ribaltato dal Cga; un altro bocciato, Solco, lamentò che ai vincitori «è stata consentita l’integrazione di un requisito la cui mancanza era considerata dal bando motivo di esclusione». Anche a Messina il bando (42 milioni per un doppio triennio) è stato vinto da Sisifo, ma la seconda in graduatoria, Medicasa, ha proposto ricorso. In attesa dell’esito le due concorrenti hanno continuato a garantire il servizio. In proroga. Ad Agrigento, base d’asta di 8,3 milioni per 36 mesi, il consorzio ha vinto assieme al partner Osa con un ribasso del 32,43%; l’unica concorrente, Seriana 2000, offriva circa l’1%, dopo l’esclusione di sei altri partecipanti. Nella stressa Asp, Sisifo ha in carico anche l’Adi per le cure palliative. A Caltanissetta stesso tandem vincente: Sisifo-Osa, con un ribasso del 57,96% sulla centrale operativa e del 71,85% sulle spese di gestione. Appalto su base di 4,6 milioni per un primo triennio, più 6,9 per un altro triennio, allungato di 18 mesi fra rinnovo e proroga tecnica. Lasciata nel 2013 l’Adi a Trapani (anche qui ricorsi al Tar, oltre che gare indette e poi revocate), Sisifo, seppur indirettamente, ha un forte radicamento a Ragusa. Attraverso Medi Care, un’associata con la quale condivide anche partecipazioni in altre coop, fondazioni e spa. Medi Care vinse già nel 2010: 5,5 milioni per un triennio, al netto della proroga di 12 mesi prevista nel bando. In attesa della successiva gara, l’Asp iblea il 15 marzo 2015 delibera una «spesa necessaria presunta» di 1.902.606,37 euro per il primo semestre di quest’anno. La gara, infatti, va a rilento. Avviata con atto del 17 luglio 2014 e definita «in fase conclusiva» in una delibera del 22 maggio 2015 (in cui «nonostante la scadenza del contratto per la decorrenza del termine triennale di vigenza» si autorizzano 2 milioni di euro per prestazioni 2014), viene aggiudicata a settembre: base d’asta 12,1 milioni per tre anni, 16.170.560 compresi altri 12 mesi. Vince Sisifo, come sempre. Ma anche in questo caso spunta un ricorso di Medicasa. E dunque, nelle more, un’altra proroga: 1.840.000 euro fino al 31 dicembre. Per continuare la gestione di Medi Care. Sorellina minore di Sisifo. twitter: @MarioBarresi COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA