«Avevo paura di lui e mi sono difeso ma non volevo ucciderlo»: la confessione del fratricida di San Gregorio

Di Mimmo Trovato / 25 Maggio 2023

Aveva paura del fratello che appena due giorni fa era tornato a minacciare di morte lui e la sua famiglia. La notte scorsa, quando Davide Vitale, 44 anni, si è presentato armato di coltello a casa sua, a San Gregorio di Catania, Rosario, 50 anni, gli sparato contro quattro colpi di pistola, centrandolo con due e uccidendolo.

Ai carabinieri, ai quali si è costituito e che lo hanno fermato per omicidio, ancora sotto choc, ha fornito la sua versione: non voleva assassinare il fratello, ha raccontato, ma si sarebbe difeso al culmine dell’ennesima lite scoppiata per motivi patrimoniali. Per questo, ha spiegato ai militari dell’Arma, il corpo non è stato trovato dove è avvenuta la sparatoria, in strada, ma nel cortile d’ingresso di casa dove, ha sostenuto, lo aveva spostato per tentare di rianimarlo. Il delitto è maturato nell’ambito di rapporti difficili tra i due fratelli, entrambi con trascorsi per reati contro il patrimonio e spaccio di droga.

Fratelli coltelli

La vittima, Davide Vitale, disoccupato, ricostruiscono i carabinieri, era anche un tossicodipendente in passato era stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio. Era stato anche denunciato dal fratello, il 50enne Rosario Vitale, cuoco, per aggressione anche a esponenti della famiglia. Sei anni fa avrebbe ferito a coltellate alle braccia il nipote, oggi ventenne e che ha assistito al delitto, che aveva tentato di difendere il padre proprio dallo zio paterno, frapponendosi tra loro.

Il tragico epilogo

La notte scorsa il tragico epilogo: Davide Vitale si è presentato armato di coltello a casa del fratello che, durante la lite che ne è nata, lo ha ucciso. Lo ha fatto utilizzando una pistola clandestina, una Beretta calibro 9×21, senza numero di matricola e detenuta illegalmente. Che, ha detto, si sarebbe procurato perché aveva paura del fratello che mostrava una grande rabbia nei loro confronti, nonostante lui contribuisse anche a sostenerlo economicamente.

Dopo il delitto Rosario Vitale ha chiamato i carabinieri, che lo hanno trovato davanti casa con l’arma in mano, che ha poi consegnato ai militari. La pistola sarà inviata al Ris di Messina per gli accertamenti di rito.

Portato nella caserma della compagnia di Gravina di Catania l’uomo ha confessato il delitto, fornendo la sua versione dell’omicidio. La Procura ha disposto il suo fermo e il trasferimento in carcere.

Pubblicato da:
Alfredo Zermo